Le
prime perturbazioni atmosferiche
Già
dopo qualche ora dall’inizio dell’eruzione, nei luoghi intorno al
vulcano cadeva cenere insieme a lapilli (chiara testimonianza dell’avvenuto
collasso della nube eruttiva espulsa dalle bocche) e acqua piovana:
quest’ultima testimonia già la formazione di una perturbazione
atmosferica locale. Sette ore dopo l’inizio dell’eruzione un nuovo
crepaccio si aprì sul fianco del cono e da esso fu eruttata per più di
due ore una gran quantità di lapilli che si estesero per circa due
miglia intorno al vulcano. Ai lapilli subentrarono le ceneri, come si
evince dal seguente brano:
«...
Verso le ore sette ... aumentando l’eruzione il suo furore, aprissi
più in alto assai della prima bocca ... verso mezzogiorno ... un altro
lato della Montagna, il quale spingendo in alto un’immensa quantità
di lapillo, cagionò ... per (N.d.R.)... quasi due ore continue ... una
... densa pioggia (s’intenda di lapillo; N.d.R.) che devastò tutte le
campagne, le quali circondano la Montagna fino a due miglia distanti ...
Cessata questa (s’intenda la caduta dei lapilli; N.d.R.) subentrò
quella (s’intenda la caduta; N.d.R.) delle ceneri la quale ancora non
cessa ... spinta dalla sommità del Monte ...».
Caneva (1794).
Cessazione
dell’attività eruttiva delle bocche
Già
dalla notte del 16 cominciarono le prime esplosioni dal cratere centrale
mentre andava diminuendo sempre più l’attività eruttiva delle bocche
laterali apertesi la sera precedente. Queste cessarono definitivamente
di eruttare il giorno 19 (fig. 15).
«...Nella
giornata di 19 ...le aperture fattesi il di 15 ... si sono chiuse, o
almeno non eruttano più ne lapillo ne cenere, ma soltanto picciolissima
quantità di fumo che va tutto diminuendo ...».
Olivieri (1794).

Fig.
15 –
Fase esplosiva dal cratere centrale del 19 Giugno 1794 (da un incisione
di V. Aloja in: Alfano R. Friedlaender, 1929). Si noti la cessazione
dell’attività eruttiva delle bocche apertesi la sera del 15.
Inizio
delle fasi esplosive ritmiche
dal cratere centrale
Si
può dire con certezza che dal giorno 16 di Giugno fino ai primi di
Luglio, sebbene in maniera sempre meno vigorosa, le eruzioni dal cratere
centrale non siano mai cessate riproponendosi con ritmo quasi
giornaliero. L’eruzione ebbe il suo massimo vigore durante la notte
del 15, ma già la mattina del 16 andava scemando e in Napoli pioveva
cenere che a più riprese continuò per tutto il giorno, terminando verso
le 14 ore e impedendo la contemplazione del fenomeno eruttivo. Fasi
esplosive di diversa intensità si succedettero dal cratere centrale nei
giorni 16, 17 e 18 (fig. 16) e le relative nubi di cenere e lapilli
eruttate collassarono sempre in direzione settentrionale sospinte dai
venti provenienti dalle zone costiere. La cenere che cadeva a Napoli la
mattina del 16 era di un colore rossiccio (Anonimo, 1794 b).
«...
Dalla mattina del giorno 16 di Giugno fino al di 5 di Luglio si può
dire che non abbiano giammai cessate l’eruzioni dalla bocca del |