Pag. 27

Vesuvio ...La densa nuvola di cenere che senza interruzione sorgeva dalla bocca superiore del cono era trasportata dal vento ora in una parte ed ora nell’altra...». Breislak & Winspeare (1794).

Mercalli (1906) definisce, per l’appunto, intermittenti queste eruzioni di cenere che caratterizzarono l’evento eruttivo del 1794; questo carattere intermittente lo si evince anche dal seguente brano: «... simili eruzioni avevano un periodo costante nel cadere; giacché in ogni giorno avvenivano costantemente al far del giorno, e nelle ore pomeridiane, e serotine ...». Scotti (1794).

Ceneri, ma pure lapilli e sabbie, caddero anche su Somma ed Ottaviano (fig. 16) dove si accumularono fino a raggiungere qualche metro di spessore fino al giorno 21 provocando notevoli danni alle strutture abitative. Nei territori del nolano, di Lauro e di Avellino la cenere cadde in gran quantità anche il giorno seguente causando l’oscurità in questi luoghi. Ciò si evince dal seguente brano:

                      

Fig. 16 –
Gouache di Alessandro D’Anna (Coll. privata, Roma). Particolare di una delle eruzioni esplosive avvenute nei giorni tra il 16 ed il 20 Giugno 1794 e della processione dell’Immacolata.

«... Già il giorno di Lunedì 16 e i seguenti fino al Sabato 21 del mese fu per esse (le cittadine a settentrione del Vesuvio; N.d.R.) una notte pressoccbé perpetua. Cagionata questa da una pioggia non interrotta di lapillo nericcio e di arena pesantissima e infuocata, la quale ricoprì l’intero territorio delle due Terre (Somma ed Ottajano n.d.r.) all’altezza di sette fino a 20 palmi con infondare quante case ... passando più avanti ... visitate le terre de nolani ... di Lauro, arrivo ad Avellino, dove il Lunedì e il Martedì non poté risolversi funzione della vita, senza l’aiuto delle candele ...». Anonimo (1794 a).

«.... L’altezza della cenere nel paese(Somma; N.d.R.) fu di palmi 1 e un quarto e sempre maggiore nell’approssimarsi alla montagna ... gli edifici sprofondati per la quantità ... della cenere ... cadutavi sono stati in gran numero...». Duca della Torre (1794).

La mattina del 17 al porto del Granatello il livello del mare si era abbassato di circa 1.1 metri come si evince dal seguente brano:

«... Il seguente giorno (Martedì 17; N.d.R.) circa l’ore 22 e minuti 30 tra le tenebre, per la caduta ... della ... cenere, corse al piccolo molo del Granatello ... ed ivi osservò ... che l’acque del mare erano ribassate dalla banchetta circa palmi quattro e mezzo ...». Giros (1794).

La fase esplosiva del 18
e la nuova morfologia del cono vesuviano

Particolarmente importante, perché vista e descritta, oltre che raffigurata, da molti cronisti, fu l’eruzione di cenere che avvenne la mattina di mercoledì 18 (fig.17). Di questa esplosione le cronache ci danno una descrizione dettagliata della forma, delle dimensioni e dell’evoluzione della nube eruttiva assimilata da molti al pino pliniano.

«... dalla bocca del Monte uscì un altissimo pino ... fumo nero mescolato con arena ... pomici neri che ... chiamansi Lapilli, il quale fumo con verticoso movimento ... elevossi in una smisurata altezza ... ascoltavansi ... tuoni ... e vedevansi saette ...». Bernardino (Fr.) della Torre (1794).