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«...Il Mercordì il fragore o sia muggito del Monte tornò di nuovo a farsi sentire ... La cenere cominciò nuovamente a cadere; Le scosse della terra, sebbene leggiere, erano continue ... Giovedì 19 ... cominciò di nuovo il Monte a fremere orribilmente ed a cacciar fumo, cenere, pietre ... parve che le sue furie crescevano ... L’aria oscurata ... Verso la sera ... la terra non tremava; ma traballava con tanta forza che sentivasi un continuo rumore ... Nel... giorno di Venerdì il Monte (sebbene non vedevasi perché coverto dal fumo) venne moltissima cenere con fumo, e sassi infocati e si udì orrendemente scoppiare e quasi nell’istesso tempo si sentivano scotimenti di terra ma leggieri ...». Fr. Bernardino della Torre (1794).

«... Giorno 19 Giugno ... Alle 9 ore ... In questo mentre il Vesuvio elevava una eruzione ... Il mare ... per la cenere che vi cadeva, non si vedeva. Alle ore 13 1/2 il tempo si rasserenò.... Verso le 19 ore ci fu nuova eruzione di cenere .... In questo giorno Ottajano fu assalito da incredibile quantità di lapillo e cenere che devastò tutte le campagne e rese le strade impraticabili... Giorno 20 Giugno ... Alle 12 ore avemmo una discreta pioggia di cenere.... Frattanto il Vesuvio fu scoverto, ed il fumo ascese ad altezza notabile ...». Scotti (1794).

Le esplosioni proseguirono con una certa intensità fino alla mattina di sabato 21 quando seguì una breve calma eruttiva interrotta la notte

                       

Fig. 20 –
Gouache di Saverio della Gatta della fine del ’700 mostrante l’eruzione esplosiva del 20 Giugno 1794 (Roma, collezione privata).

di domenica 22 da una nuova forte esplosione terminata la mattina di lunedì 23: allora, spirando il vento di tramontana, si rivide il cielo sereno e sgombrato definitivamente dalle ceneri che avevano avvolto anche il vulcano, il quale finalmente si mostrava agli occhi dei cronisti con le sue evidenti mutilazioni.

«... Quest’orrido ... durò fino all’aurora del ... giorno di Sabato 21 ... la notte del giorno seguente ... Domenica dall’ore tre della notte il Monte cominciò di nuovo ... cacciando dalla sua bocca con tremendo muggito fumo, cenere e fulmini; e questo durò fino all’ore 14 ma all’ore 12 e mezza in circa alzò un pino ... con turbinosi movimenti si elevò in una grandissima altezza ... In mezzo a questo pino ... si vedeano sbalzare pietre, saette e cenere ed ascoltavansi continue scosse di terra ... Alle ore 14 in circa ... uscì il vento tramontana, il quale in un tratto il detto pino sbaragliò; il sole comparì quasi chiaro, ed il Monte dopo otto giorni in circa si fece finalmente vedere: ma si vide ... mutilato ...». Bernardino (Fr.) della Torre (1794).

«... Giorno 21 Giugno ... Le strade di Napoli la mattina de’ 21 si videro bagnate ... Alle ore 16 di nuovo eruttaronsi dal Vesuvio densi fumi, i quali si elevarono perpendicolarmente, declinando solo nella loro massima altezza un poco verso il Sud. Alle ore 20 l’aria fu ingombra da nubi e spirò il Nord-Ovest ... Il Vesuvio era coverto di nubi ... ma alle 21 ore avvenne la solita eruzione di fumi, cenere, ecc... La sera per la prima volta il Vesuvio nulla eruttò. Alle 6 ore avemmo un’acqua sì dirotta, che le case sembravano tremare ... Giorno 22 Giugno ... la solita eruzione di materie gravi, cenere e fumo alle ore 11 ... Giorno 23 Giugno ... In questo giorno non vi fu accidente degno di essere notato ... Il Vesuvio dimostrava di essere ancora in azione; poiché alle ore 10 1/2 fece la solita eruzione di cenere, lapillo, ecc., quale replicò alle ore 15 e 24 come negli altri giorni ... Giorno 24 ... Alle ore 10 1/2, 15, 24 avvenne la solita eruzione di densi fumi. In questo giorno si vide il Vesuvio fino alla meta coverto di cenere, che formava tante strisce. Su di queste cadde dell’acqua e formò un luto che giunse fino a Somma. Nelle giornate seguenti ... non vi furono cose rimarchevoli ... La sera de’ 25 Giugno comparve una zona di cenere dalla parte dell’Est e del Sud. Nel giorno 26 vi fu in Napoli una piccola pioggia di cenere ... Il Vesuvio appare sgombro da caligine, ma sparso di cenere. A’ 27 l’aria fu serena ...». Scotti (1794).

«... In tutti questi giorni, come ancora il giorno 23 e 24, il Vesuvio eruttava ... fumi, lapillo, cenere quando più quando meno ed il solito