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pino che ad una notabile altezza si dileguavano le protuberanze e si conformava a forma di nube ordinaria ... Sino al giorno 29 non ci fu cosa degna d’essere notata, eccetto che nel giorno 26 ci fu una piccola pioggia di cenere...». Barba (1794).

Composizione, spessore ed aree
di dispersione della cenere eruttata

Numerosi autori parlano delle ceneri, della loro granulometria e composizione, emesse durante l’eruzione (Breislak, 1798; Anonimo, 1794 b; Bernardino della Torre, 1794). Le nubi eruttive ondeggiavano ora su Napoli e ora sui paesi della falda settentrionale del Somma, i quali soffrirono anche il maggior danno causato da questo fenomeno. Le ceneri furono disperse dal vento in vari luoghi anche molto distanti dal vulcano: per esempio a Napoli e a Caserta, in pieno giorno, si dovette camminare con le torce accese per la scarsissima visibilità. Dal punto di vista granulometrico non solo ceneri furono osservate, ma anche piccole pomici e soprattutto sabbie minute e grossolane che si depositarono nei luoghi più prossimi al centro eruttivo. Il colore della cenere fu dapprima grigio cupo tendente al nero poi, negli ultimi giorni dell’eruzione, se ne osservò anche di colore chiaro e cenerino. In prossimità delle bocche furono osservate anche ceneri di colore rossastro (Bernardino della Torre, 1794).

«... la cenere cadde in molta copia in Somma, Ottajano, Nola, Marigliano, Avella, e negli altri paesi posti a settentrione, e a levante del vulcano, e produsse per molte ore una oscurità più che notturna ... in tal giorno furono ... verso le ore 15 pure in Foggia ... (cadde) non poca cenere anche in Chieti, e in provincia di Lecce, lontana otto giorni. In Marigliano è stata misurata la cenere sopra un tetto, ed era dell’altezza di 4 dita...». Duca della Torre (1794).

«... questa cenere vulcanica è arrivata ad Avellino, a Benevento, nella Puglia, e fino al mar Adriatico e al mar Jonio ...» Olivieri (1794).

«... la piova della cenere, dopo tre giorni dell’eruzione, giunse fino a Taranto, e le alluvioni sono avvenute in più paesi della Puglia, che hanno sofferto de’ gravissimi danni ...». Scotti (1794).

<<... L’altezza (della cenere; N.d.R.) ... in Napoli ... fu di due linee. In Portici fu di sette in otto linee: più avanti arrivò ad un pollice ... in vicinanza della lava, la cenere cadde ... più grossa ... mescolata con del lapillo ...». Olivieri (1794).

«... La cenere caduta verso il mezzogiorno e l’occidente del Vesuvio, benché sia stata molto minore di quella che piovve verso Somma, Ottajano e le altre contrade adiacenti, pure è arrivata fino all’altezza di cinque linee e da Resina alla Torre ha passata l’altezza di un pollice ...». «... Le materie esplose dal vertice del cono furono prima lapillo, arena e cenere di color bigio; poi cenere negrognola e pozzolana; poi lapillo e cenere; dopo arena pozzolana e cenere, e finalmente furono lapillo e cenere bianchiccia ... fu coperto tutto il paese di Somma col suo territorio e la maggior parte d’Ottajano ...». Tata (1794).

«... una pioggia di una finissima cenere caduta di continuo per l’intiero corso della notte: era questa del colore e della consistenza di una terra ... la quale fu molto più forte da Resina sino alla lava. L’altezza che aveva formato in Napoli circa le ore 16 sopra un lastrico ... era di una linea in circa; verso le ore 17 al cortile del palazzo del Re in Portici era di linee 5; all’entrata del giardino della favorita era di 9 linee; e alla distanza di 30 piedi dalla lava era l’altezza di detta cenere di un pollice e tre linee... ». Duca della Torre (1794).

«... Non è possibile il determinare la quantità di cenere caduta in una data distanza dal Vesuvio, essendo stata molto diversa secondo la varietà de’ venti. In Ottajano ed in Somma luoghi distanti dal Vesuvio quasi tre miglia in linea retta, dalla mattina del di 16, allorché incominciò, fino al di 20, formò uno strato alto un palmo ed un oncia ... in alcuni luoghi dell’atrio del Cavallo si sono trovati tre palmi di cenere ...». Breislak & Winspeare (1794).

«... le qualità fisiche delle due sorte di cenere cadute l’una a 16, e l’altra a’18 di Giugno ... Ambedue sono di un colore cinericcio, ma la prima è più cupa della seconda, e questa più fina di quella ...». Scotti (1794).

Le dimensioni di alcuni massi scagliati dal vulcano durante le prime esplosioni, responsabili anche della decapitazione del cratere centrale