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LA TERMA GINNASIO
SCOPERTA DAL NOVI


Nel 1881 il colonnello d'artiglieria napoletano Giuseppe Novi, da archeologo volontario, sotto la sorveglianza della Direzione degli Scavi di Pompei, intraprese, presso il Ponte Rivieccio cavalcante la ferrovia, lo scavo di una grande terma-ginnasio. Coperta in parte da un compatto banco di lava fangosa induritasi col tempo, rimasta sconvolta in conseguenza della costruzione della ferrovia, questa venne alla luce dopo tre anni e apparve di struttura romana ampia, con camere rivestite di affreschi di tipo pompeiano raffiguranti edifici in prospettiva con cervi, capre, volatili, delfini e pavimenti con marmi policromi e mosaici, volte robuste; aveva uno stadio rettangolare per gli esercizi ginnastici che su uno dei lati maggiori rivolto all’intero e sugli altri due minori, ove erano gli ambienti termali, mostrava all’esterno una serie dei nicchie munite alternativamente di sedili, mentre sull'altro lato maggiore esposto al mare era una robusta diga, atta a difendere il complesso dalle onde del mare.
Al di sopra delle nicchie era, un loggiato fornito di una balaustra di bronzo di cui si rinvennero dei pilastrini sormontati da ermette bifronti raffiguranti un satire e una baccante; tra i pilastrini correvano due spranghe orizzontali. Delle ermette tre furono donate dal Novi, nel 1882, al Museo Nazionale di Napoli dove furono registrate con i NN. 113300, 113301, 113302 (ma non sono esposte).
Altre quattro di queste simili, della stessa, balaustra, trafugate clandestinanente, andarono dirperse. precedentemente, ne1 1680, al Petit Palais di Parigi, al Victoria and Albert Museum, di Londra, al County Museum di Los Angeles e agli Staatliche Museen di Berlino e sono descritte e illustrate, come torresi, nel volume ”Die Spatantike Hermengalerie von Velschbillig” di Henning Wrede pubblicato a Berlino nel 1972 per conto della Commissione Romano-Germanica dell Istituto di Archeologia Tedesco di Francoforte sul Meno: e sono citate nello studio della Scatozza Horicht (1).
Nel 1989 l'ermetta di Berlino fu esposta in una Mostra negli Scavi di Pompei col suo N. 7749, priva della provenienza torrese. 

1) L. Scatozza Horicht: op. cit. pag. 1592) C. Di Cristo: op. cit. pag. 28-34.

Il Sileno che ca1ca un rython - Napoli Museo Nazionale.

Io la fotografai e ne diedi notizia su giornali e in una conferenza denunziando l'omissione (1). 
Si trovarono nella terma del Novi pure di pietra per il gioco in palestra, grandi vasche di marmo e numerosi oggetti che andarono in mani sconosciute o furono distrutti. Tra le celle della terma e il mare fu rinvenuto un serbatoio di acqua che veniva alimentato da un acquedotto in fabbrica. Il Novi riferì della sua scoperta con una prima relazione "Degli seavi fatti a Torre del Greco dal 1881 al 1883” al'Accademia Pontaniana di Napoli di cui era socio, il 9 Dicembre ’83, mentre Giuseppe Fiorelli, direttore Generale degli Scavi di Antichità presentava, per ordine del Ministero della P.I. un resoconto in meritoall’Accademia dei Lincei in Roma; fu poi disegnata la pianta dell'edificio, nell’84, dall’ing Giacomo Tascone.
 Nel corso dei lavori di sistemazione della ferrovia 1’ll Marso ’84 fu rinvenuta la statuetta marmorea alta cm. 76, di un Sileno calcante un rython (corno dell’abbondanza) col piede destro, che fu consegnata al Museo napoletano, e registrata come torrese col num. 113580 (non espoata). (1). Il Novi continuò i suoi lavori e, scavato un pozzo, rinvenne un altro acquedotto che serviva a distribuire ancora acqua nei bagni. Anche per questo riferì all’Accademia Pontaniana con la relazione ”Un pago o vico sepolto fra Ercolano e Pompei" il13.Gennaio ’95, prospettando che nella contrada intorno a quell’edificio termale, dovesse trovarsi un vero villaggio, propriaimente quell’Oplonti che è segnata sulla Tabula Peutingeriapa a 6 miglia romane dal luogo ov'era Ercolano e a 3 da quello ov’era Pompei, e della quale s’ignorava il sito.


1) C. Di Cristo: op. cit. pag. 28-34.