Archeologia 14 pagine testo e 38 immagini

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Frontespizio de L'antica Ercolano di Francesco
    Balzano, primo libro di storia torrese - 1688.

Come altri studiosi del suo tempo, egli si creò la convinzione che l'antica Ercolano distrutta nel 79 d. C. e allora non ancora localizzata e scoperta, si trovasse nel territorio di Torre del Greco. Infatti così aggiunge: "Era sita l'antica Ercolano in un promontorio esposto al mare... luogo dalle eruttazioni del Vesuvio coverto; Nulla dimeno si può scorrere dalle antiche ruine e vaghi edifici che in parte si vedono quella essere stata luoco da Torresi chiamato Sora, mezzo miglio in circa distante dall'hodierna Torre, con buona ragione ivi edificata, dandoli il promontorio comodità di sicuro porto per l'armata navale, aggiuntovi la salubrità dell'aria, abbondanza du acque, fertilità di campi e la vicina terra, requisiti necessari per edificare città... Come similmente sta hggi situata la presente Torre dopo la ruina dell'antica Ercolano." (1); ed ancora più appresso che "la nostra città , con il tempo perdendo l'antico nome di Ercolano, quello d i Torre del Greco acquistossi, e ciò nel tempo di Giovanna prima Regina di Napoli (2).
I1 luogo di Santo Nicola è segnato sulla Carta del territorio di Torre disegnata dall’ing. spagnolo Pietro La Vega nel 1765 e sulla Carta del golfo di Napoli con 1’indicazione ”Ruines antiques”
nel libro di Fr. Masois ”Ruines de Pompei” del 1812. Anche Ignazio Sorrentino, morto nel 1737, osservò e descrisse ”le anticaglie dei Romani sotto il territorio di Santo Vito presso la torre di Bassano e vestigi di maestosi palazzi posti su antiche ceneri nel territorio di Sora (3) e Francesco La Vega, regio soprintendente ai lavori di scavo di antichità descrisse in un rapporto del 1768 ”molte mura antiche miste di opera reticolata e laterizia nel sito di S. Nicola”. (4).

1) F.Ba1zano,op.cit pag.7
2) F.Balzano,op cit pag.32.
3) Ignazio Sorrentino,op.cit.1734 4) Silvestro Carotenuto: Herculaneum,pag.27-29.

Da un attestato del 13 ’Aprile 1641 conservato nei protocolli del notaio torrese Onofrio Cirillo (Archivio di Stato di Napoli: notai ”del sec. XVII, scheda 261,N.7,fol.30 v e 31) riportato dallo storico cittadino Vincenso Di Donna ne LUniversità della Torre del Greco nel secolo XVIII”, pag.97, si apprende del rinvenimento, nei mesi precedenti,in una masseria di contrada Sora, di ”una tavola di marmo nella quale stavano scolpite le immagini di Orfeo,d’Euridice et Hermete che il vicerè spagnolo di Napoli don Ramiro de Guzmàn, marito di donna Anna Carafa utile padrona di Torre, fece trasferire a Napoli”.

              
    Don Ramiro de Guzmàn, viceré spagnolo di Napoli dal 1637 al 1644, e marito della padrona di     Torre del Greco Anna Carafa, che fu il primo           possessore del bassorilievo di Orfeo.

Anche il Balzano racconta che ”circa l’anno 1640 fu ritrovata una pietra di bianchissimo marmo, dell’altezza di palmi l0 elarga 4, nella quale eravi scolpito di basso rilievo, da buona mano, Orfeo sonante la lira e al suo lato Euridice, opera invero di molta stima, la quale, dopo essere stata per alcun tempo nella Torre, incontrò alle sue case, da lui spesso veduta, essendo allora figliuolo, fu di ordine del Signor Duca di Medina allora. Viceré del regno e nostro Padrone, trasportata in Napoli nel suo palazzo di Posillipo, con altre tre bellissime statue antiche di marmo che stavano nel Castello in altri luoghi ritrovate (1). Il palazzo di Posillipo, noto come il Palazzo di donna Anna (la Carafa) era in costruzione e - come ci informa il Celano - doveva, essere adornato di bellissime statue antiche di marmo, avendone a tale effetto don Ramiro accumulate molte ma, poiche questi, il 6 maggio 1644, dovette cessare dall’incarico napoletano e recarsi a Madrid, il Palazzo rimase incompiuto e le dette statue furono murate dentro una stanza di quello stesso (2). Dalla morte della Carafa, avvenuta il 27 Ottobre seguente, venne del tutto abbandonato e nel Settecento fu acquistato dalla. principesca famiglia Torella (3) .

1) F. Balzano: op. cit. pag.19.
2) Carlo Celano: Notizie del bello, dell’antico e del curioso della Città di Napoli,1692.
3). P. Alvino: La collina. di Posillipo descritta,1845.