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Frontespizio de L'antica
Ercolano di Francesco 1) F.Ba1zano,op.cit pag.7 |
Da un attestato del 13 ’Aprile 1641 conservato nei
protocolli del notaio torrese Onofrio Cirillo (Archivio di Stato
di Napoli: notai ”del sec. XVII, scheda 261,N.7,fol.30 v e 31)
riportato dallo storico cittadino Vincenso Di Donna ne ”LUniversità
della Torre del Greco nel secolo XVIII”, pag.97, si apprende del
rinvenimento, nei mesi precedenti,in una masseria di contrada Sora, di
”una tavola di marmo nella quale stavano scolpite le immagini di
Orfeo,d’Euridice et Hermete che il vicerè spagnolo di Napoli don
Ramiro de Guzmàn, marito di donna Anna Carafa utile padrona di Torre,
fece trasferire a Napoli”. Anche il Balzano racconta che ”circa l’anno 1640 fu ritrovata una pietra di bianchissimo marmo, dell’altezza di palmi l0 elarga 4, nella quale eravi scolpito di basso rilievo, da buona mano, Orfeo sonante la lira e al suo lato Euridice, opera invero di molta stima, la quale, dopo essere stata per alcun tempo nella Torre, incontrò alle sue case, da lui spesso veduta, essendo allora figliuolo, fu di ordine del Signor Duca di Medina allora. Viceré del regno e nostro Padrone, trasportata in Napoli nel suo palazzo di Posillipo, con altre tre bellissime statue antiche di marmo che stavano nel Castello in altri luoghi ritrovate (1). Il palazzo di Posillipo, noto come il Palazzo di donna Anna (la Carafa) era in costruzione e - come ci informa il Celano - doveva, essere adornato di bellissime statue antiche di marmo, avendone a tale effetto don Ramiro accumulate molte ma, poiche questi, il 6 maggio 1644, dovette cessare dall’incarico napoletano e recarsi a Madrid, il Palazzo rimase incompiuto e le dette statue furono murate dentro una stanza di quello stesso (2). Dalla morte della Carafa, avvenuta il 27 Ottobre seguente, venne del tutto abbandonato e nel Settecento fu acquistato dalla. principesca famiglia Torella (3) . 1) F. Balzano: op. cit. pag.19. |