Rivista Marittima - Flavio Russo - L'oro rosso di Torre - Pag. 12

I pescatori che,estate dopo estate, si cimentavano nella durissima fatica non erano infatti sardi, ma tributari delle famiglie Doria ancora d'Oria all'epoca e Malaspina, rispettivamente ad Alghero i primi ed a Bosa i secondi. Genovese l'una, pisana l'altra ovvero di due temutissime repubbliche marinare, minacciose mercantilmente e militarmente. Castelsardo, già Castellaragonese ed in precedenza Castelgenovese (35), costituiva il caposaldo impiantato dalla casata sull'isola: i ruderi ne conservano ancora abbondanti testomonianze dell'o­riginaria impostazione.



28-Castelsardo,scorcio della costa dall’alto del castello.

 

                                     29-Castelsardo,panoramica del castello visto

  

 A sua volta il maniero che domina Bosa presso la foce del Temo (36), dalla mole sostanzialmente immutata, costituiva il caposaldo pisano. Col tempo la presenza genovese si trasformò in vero monopolio e si allargò verso nord fino ad includere la Corsica, e verso sud assicu­randosi l'isolotto di Tabarca (37) a poche centinaia di metri dalla costa di Tunisi, inequivocabile conferma di quanto più volte precisato. Ovviamente non era certamente solo il corallo a stimolare tali iniziative geostrategiche, ma è indubbio che con il trascorrer dei decenni iniziava a pesare la sua importanza economica.
             I Doria rimasero signori di Alghero fino a quando nel 1353 Pietro IV d'Aragona non conquistò la città espellendoveli (38), sostituendoli con una colonia di catalani (39), che vantavano proprio nel settore del corallo una discreta rinomanza. E' in questa luce che alcuni studiosi vedono le:"... ragioni non solo politiche dell'interesse dei Catalani per la Sardegna...[ovvero nell'] appetibilità del corallo algherese,che in  effetti contribuì a dare tono all'economia della munita piazzaforte, ma soprattutto nel corso del Quattrocento, quando costoro subentrarono ai marsigliesi, che l'avevano frequentata a fine trecento, appunto per estrarre l'oro rosso, che lavorato a Marsiglia veniva poi esportato in Medioriente..."(40). Pare tuttavia abbastanza logico ritenere che lo sviluppo dell'attività potesse dipanarsi soltanto in un contesto di stabilità politica e di ampio mercato, pur vantando significativi precedenti. Quanto ai Doria ed al loro interesse nello sfruttamento del corallo non si esaurì certamente con la perdita di Alghero.



                                     30-Alghero:scorcio delle mura medievali

 

                                                                   31 - Idem

              Intanto, in quegli stessi anni, una nuova dinastia si affacciò sulla scena mediterranea dell'oro rosso, destinata ad avere in futuro un importante ruolo produttivo: quella dei Lomellini, per alcuni studiosi di origine lombarda sebbene trapiantati a Genova.