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SITUAZIONE ATTUALE
(Capitolo tratto dal libro "Il Corallo" di Basilio Liverino, per gentile concessione dell'autore).
 
Nei sette anni del periodo 1990/1997 nel Mediterraneo sono stati pescati 2.414 q.li di corallo, dei quali 2.194 da sub e 220 da quelle poche barche in circolazione; questo dato ci indica che siamo al minimo storico. Se poi ricordiamo che una buona parte di tale grezzo viene venduta all’India ed al Giappone c’e da chiedersi come 1’intera categoria abbia potuto sopravvivere e come sopravviverà se vogliamo conservare per il futuro dei nostri giovani 1’immenso patrimonio di competenza, esperienza e, perché no, di amore per il corallo, lasciatoci da chi ci ha preceduto.
La nostra è una attività unica al mondo, che ci ha contraddistinti nei riguardi di ogni altro Paese, costruita in secoli di tenace e dignitoso lavoro, durante i quali abbiamo espresso, prima in mare coraggio e perizia e poi in terra talento, creatività, senso artistico e imprenditoriale.
Tutti noi, coscienti di ciò che accade, cosa abbiamo fatto per arginare questa emergenza? Niente, se non alimentare la vertiginosa ascesa della quotazione del grezzo, affrontabile solo da poche aziende. Ed, invece, abbiamo il dovere di ridare a Torre del Greco le caratteristiche ”coralline” con relativi ”corallini”, sia per non lasciare solo nelle mani di altri centri la pesca del corallo, sia perché si possa provvedere noi stessi alle esigenze di tutti i laboratori.
Questo dovere si estrinseca nel risottoporre alle Autorità competenti locali, centrali ed oggi anche comunitarie, la richiesta di un moderno mezzo nautico per localizzare i banchi ed i ”giacimenti” del Mediterraneo; accertarne poi le possibilità di sfruttamento e sulla base di approfondite disposizioni, concedere la pesca. L’accoglimento di quanto sopra renderebbe possibile 1’avvio dell’auspicabile ripresa totale del settore: ripristino della costruzione delle «coralline», oltre che della pesca; aumentata disponibilità di grezzo; incremento delle lavorazioni ed infine possibilità di alcune centinaia di nuovi posti di lavoro. Di conseguenza si avrebbe un impulso nelle esportazioni di manufatti di corallo «Sardegna» e, quindi, riduzione delle importazioni di grezzo: si- tuazione che vedrebbe in ascesa le entrate di valuta pregiata ed in calo i pagamenti con l’estero.
L’importanza di quanto esposto si chiarisce se teniamo conto della nostra condizione di tributari per 1’80-90% del materiale immesso in lavorazione nei confronti di Paesi esteri, soprattutto 1’Algeria, poi Francia, Spagna, Tunisia, Marocco seguiti a distanza da Jugoslavia, Grecia e Albania. L’interesse collettivo non e irrilevante se veniva tirato in discussione gia nel 1767, quando Nicola Fortunato, a sostegno della costituzione della «Reale Compagnia del Corallo » di Torre del Greco, affermava: «Ed ecco perduto un ricco fondo di industria nello Stato, ecco non curato quel lucro a vantaggio che lo Stato medesimo ne trarrebbe qualora si facesse risorgere la pesca (n.d.A: del corallo)...».
E Torre del Greco certo non vuol perdere ”...questo ricco fondo di industria...”; vuole anzi rafforzarlo spingendo le ”coralline” al di fuori dello Stretto di Gibilterra e raggiungere il piccolo arcipelago di Capo Verde. Tra queste isolette, nel 1870, Antonio Lubrani (pare di Procida) trovo del bel corallo dall’aspetto vitreo, che i torresi trasformarono in stupendi manufatti senza, però, incontrare il favore degli utilizzatori. Tale corallo, che assunse il nome dello scopritore, il Tescione lo descrive di specie ”assai vicina al Rubrum”.
Dopo oltre un secolo, nel 1982, una moderna corallina di Torre del Greco, la ”Santissima Annunziata”, ha fatto una perlustrazione tra quelle isolette ed in sette giorni ha raccolto 14 kg. di corallo, rosso cerasuolo scuro, ”pizzicato”; da questa pesca vennero fuori alcune ”pampanazze” di 30 cm. con spessore iniziale di 3 cm. di diametro.
Il tutto, benché arrivato a Torre, non si sa a chi sia finito. Nel 1990, due armatori (pare veneti) con due barche (la ”K2” e la ”Padre Giacomo”) hanno effettuato ulteriori tentativi di pesca riportando un discreto risultato: circa 5 q.li di corallo, dei quali non se ne conosce la destinazione, che certamente non e la nostra Città.

LA LAVORAZIONE DEL CORALLO
ANTICA E MODERNA
a TORRE DEL GRECO
L'arte torrese settoriale apprezzata in tutto il mondo


LABORATORI LIVERINO:



Laboratori dell'azienda Liverino Basilio



Un'altro ambiente dei laboratori Liverino

FASI DELLA LAVORAZIONE DEL CORALLO

Spalliatura con vecchie spada e tenaglia

Spalliatura moderna con sega diamantata