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Argomento presente: « Torre sotterranea » | ||||||
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ID: 593 Intervento
da:
Aniello
- Email:
aniello.langella@tiscali.it
Per Lucio e per gli Amici che leggono di speleoarcheologia torrese Tra breve sarà in rete un lavoro completo di SPELEOARCHEOLOGIA a TOrre del Greco. E' il primo lavoro in assoluto dedicato all'argomento. In questo lavoro saranno indicate i luoghi , le morfologie, la facies vulcanica, l'inquadramento geologico e soprattutto I PROGETTI DI FRUIZIONE. Ossia gli investimenti per poter adire ad un protocollo turistico. Credo poco al torrese che scende nelle cavità sotterranee per amor patrio e per cultura personale. I torresi che amano queste cose sono pochi . Nessuno può convincermi del contrario. Son troppo torrese per non aver capito. Quelle cavità RACCONTANO LA STORIA DEL VULCANO PIU' STUDIATO DEL MONDO. Quelle delizie cluturali sono per i giapponesi. Noi torresi quasi le disprezziamo, le lordiamo e le denigriamo. La mia non è retorica nè demagogia . Sono certo delle mie idee. Quando 30 anni fa andavo in grotta a Torre tutti mi deridevano , mi beffeggiavano e quasi mi osteggiavano. Ha vinto la mia libertà. Sono arrabbiatissimo con i torresi che non amano queste cose. La città è nostra. Ma la vogliamo attraverso queste cose. Attraverso la conoscenza approfondita, dettagliata chirurgica. Perdonami ma sono molto arrabbiato con TUTTI I TORRESI CHE NON AMANO LA LORO CITTA'. Se invece di scrivere avessi potuto esprimere le mie idee parlando avrei certamente usato un tono duro, forte . Perdonami ancora ma chi parla ha ferite che non dolgono al momento ma sono sempre ferite. Aniello |
ID: 592 Intervento
da:
Aniello
- Email:
aniello.langella@tiscali.it
Per Salvatore e per gli Amici che sfogliano le pagine di SPELEO ARCHEOLOGIA TORRESE Devo rinraziarti di cuore per le parole. Le sento vere. La speleologia torrese è UNA COSA MOLTO SERIA potrà essere il vero motore turistico futuro. LO VADO DICENDO DA 30 ANNI. Nella zona di via Comizi esistono per lo meno 4 cavità di tramando orale. Due le ho esplorate e le trovi ben descritte nei paragrafi dedicati. Le altre due sono nei miei sogni e le cerco da anni. Il difficile è rompere l'omertà. La gente non si fida nel dirti il dove ed il come. Non esiste apertura mentale. Nel mio studio su Torre sotterranea ho precisato i motivi e le difficoltà di censimento. Presto sarò a Torre dove mi riunirò ai miei amici con il quali ho programmato due discese. Affettuosamente Nello |
ID: 589 Intervento
da:
Salvatore Argenziano
- Email:
salvatore.argenziano@fastwebnet.it
12.01.2005. Caro Nello, Ho visitato il tuo sito. Pagine fascinose, avvincenti. Per me, completamente digiuno di questa materia, è stato come scoprire di persona luoghi misteriosi del mio passato. Volare da una pagina all’altra come se fossi là, con voi a fare la scoperta. Una corsa veloce: pure questo, e pure quest’altro. Ho iniziato leggendo con calma la prima pagina ma poi sono corso sulle altre come chi legge un romanzo poliziesco e, impaziente, non sa aspettare la fine. Ma il materiale, bello e interessante, ora è a disposizione e potrò godermelo a pezzetti. Per ora un riscontro. Abitavo al corso Garibaldi, numero 55. Era il palazzo di Pietro Loffredo, costruito dal padre Giosuè nei primi anni del 1800, dopo l’eruzione del 1794. Era uno dei pochi palazzi, forse l’unico, ad avere il pozzo di acqua sorgiva. Gli altri palazzi avevano la piscina, cioè il deposito di acqua piovana. Molto spesso nel cato di ferro che calavamo nel pozzo dal primo piano c’era n’ammariello. Un animaletto bianco simile ad un gambero. Ora me lo vedo fotografato ma non più n’ammariello r’acqua roce ma un Niphargus orcinus. Come ben sai ne ho venti di anni più di te ma l’emozione del bambino che trovava l’ammariello bianco è per me, sempe uaglione, un tenero ricordo. Questa è una delle tante emozioni che il tuo testo può procurarci, al di là del valore scientifico che non so giudicare ma che intuisco. Ora una domanda. Nell’ultimo anno di guerra andavamo in un rifugio al Largo Comizi. Vagamente ricordo che era sotto il palazzo di Mainiero, u baccalaiuolo. Non ricordo dov’era l’ingresso. Forse accanto alla chiesa dell’Addolorata. La grotta si sviluppava per molti metri, illuminata da fioche lampadine. Noi ragazzi ci andavamo già prima di sera a trascorrere l’intera notte. Dopo l’esperienza del bombardamento di Pasqua, non potevamo permetterci di aspettare l’allarme. Abbasciammare non c’erano grotte. Da “Ricordi”. Dalla rosea penombra del tramonto con cuscini e coperte al buio della grotta mefitica nera roccia trasudante occupiamo i posti per la notte umidi giacigli su scivoli di terra. Mi puoi confermare l’esistenza di questa grotta? E che abbasciammare non ce ne sono? Grazie per il piacere che ci dai a leggerti. |
ID: 588 Intervento
da:
Lucio Savino
- Email:
lucio.savino@libero.it
Caro Aniello, dove si trova precisamente la grotta del dragone? Di cosa si tratta? Cosa è possibile osservare al suo interno? Più volte in questi giorni mi sono chiesto se potessi conciliare all’interno della mia quotidianità un impegno “diverso”, non propriamente legato alla routine del lavoro e alla necessità di rispettare tutti gli impegni di vita. Iniziare a praticare un’attività “alternativa”, legata solo ai miei desideri, si contrapporrebbe all’immane sforzo che ogni giorno ognuno di noi compie per tirare avanti. In un messaggio precedente ho chiesto ai miei interlocutori suggerimenti rispetto ad una eventuale bibliografia da consultare rispetto all’argomento in questione; ora aggiungo anche la richiesta di informazioni per consentire ad un principiante come me di muovere i primi passi nel “sottosuolo”. Non so se un giorno sarà possibile per me scendere nelle viscere di torre, solo che adesso voglio provarci. Sabato scorso sono passato a Torre per motivi familiari, e ho deciso di pranzare in un ristorante nelle prossimità di Palazzo Vallelonga: ho costatato con piacere che molti commensali erano turisti venuti a Torre per la mostra allestita dalla Banca di Credito: per lo più si trattava di stranieri (spagnoli, francesi, tedeschi), che, nonostante l’impossibilità da parte mia di comprendere i contenuti dei loro discorsi, mi davano l’impressione di conoscere molti aspetti della nostra città, citando più volte nomi di vie, di luoghi e del Vesuvio. Questo mi fa pensare alla scena che ogni volta assisto quando, per recarmi al lavoro, costeggio le mura vaticane passando per l’ingresso dei Musei Vaticani; orbene, vi dico che la lunghissima fila è composta per lo più (credo il 90% senza esagerare) da turisti stranieri, che nell’attesa non fanno “caciara” ma leggono opuscoli, libri, insomma materiale illustrativo del luogo che stanno per visitare. Forse è proprio questo che manca nel nostro Paese, la voglia di conoscere le cose meravigliose che ci stanno intorno (nel nostro caso sotto i nostri occhi). In questo momento mi riaffiora nella mente un episodio che ho sentito narrare più volte da ragazzino, quando sul porto si riunivano i pensionati della zona. La storia riguarda alcune maestranze che negli anni del boom edilizio hanno partecipato ai lavori del Rione Rayola (si scrive cosi?): costoro riferivano che durante gli scavi sarebbero affiorati dal costone preesistente non solo resti riconducibili all’influenza “romana” (addirittura un anfiteatro), ma parlavano di anfratti e grotte che come i resti sono stati condannati ad una triste fine… sepolti questa volta sotto metri e metri di calcestruzzo: Dove si colloca questo racconto nell’infinita contrapposizione tra mito e realtà? Grazie comunque… Lucio |
ID: 567 Intervento
da:
Adriano
- Email:
ciroadrian@libero.it
Per Aniello Langillotto Adesso si spiega, ora è tutto chiaro: è da quella caduta nel pozzo del Dragone che non ti sei più ripreso......... Con tutta la mia comprensione,,,,,,,,,,Adri. |
ID: 560 Intervento
da:
Gennaro
- Email:
dellagatta@aol.com
9/1/2005 Ho letto tanto ( per modo di dire) in questa camera di discussione "Torre sotterranea" e devo dire che e' affascinante tutta la materia. Grazie al dott. Langella e a tutti gli altri che sono, o potrebbero essere, coinvolti a dare maggiore enfasi e supporto morale, tecnico scientifico, culturale e di benessere turistico. Magari fossi a Torre! Da piccolo ero sempre il primo a correre ad Ercolano o Pompei per visitare gli scavi. Anfdavo a piedi dal 2 Vico Abolitomonte fino a Resina o salivo di contrabbando sul vecchio treno della Circumvesuviana. Mi dimenticavo completamente che dovevo tornare a casa per una certa ora per preoccupare i miei. Non mi stancavo di scoprire e capire cosa era successo e perche' e come mai non siamo in grado di avere a Torre una vera storia archeologica fatta di ruderi (non all'aperto purtroppo e per diversi motivi) ma almeno come dice il dott. Langella una nuova archeologia mai vissuta prima. Era tutto affascinante, ue' lo e' ancora e lo sara' per sempre!!!!!! Anch'io sentivo parlare di queste grotte sotterranee ma, come sapete eravamo poi distratti da altre cose futili. Io suggerirei di creare anche dibattiti ed opinioni nell'ambito delle scuole a qualsiasi livello e di coinvilgere le nuove generazioni (forse e' stato gia' tutto fatto - perdonatemi manco da Torre da tanti anni). Vi saluto e seguo con attenzione tutte le altre opinioni , suggerimenti e spero che tanti nostri concittadini e non lo facciano. |
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