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Argomento presente: « SPRULOQUIANNO. »
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ID: 419  Discussione: SPRULOQUIANNO.

Autore: Salvatore Argenziano  - Email: salvatore.argenziano@fastwebnet.it  - Scritto o aggiornato: martedì 4 gennaio 2005 Ore: 23:47

Spruloquianno.
U spruloquio è una lunga e prolissa chiacchierata.
Ma io vi prometto che sarò breve e succinto.
Vorrei proporvi alcune divagazioni su parole o modi di dire torresi e napoletani, nella speranza che da parte vostra se ne aggiungano tanti altri.

Bellambriaca.
Dirò subito che sotto tale forma mi sembrava di sentire questo termine da ragazzo. Immaginavo una donna semicosciente, sonnambula e quasi nebulosa per i fumi del vino. La esatta dicitura napoletana è Bellambriana, dove “mbriana” ci riporta ad una etimologia latina di “umbra” e non quella della mia fantasia di “ubriaca” dal latino “ebriacus-a”, da “ebrius-a”, ebbro.
Qualche studioso ipotizza anche la derivazione dal cognome Imbriani di una bella signora, la fata Imbriani. Altra derivazione proposta è dal latino “meridiana”, derivato da Diana.
La Bellambriana è la fata benefica della casa, l’equivalente femminile del munaciello, senza la malizia e la cattiveria, di quest’ultimo. Ma questa medaglia ha il suo rovescio e bella mbriana si dice, in antitesi, pure di signora che si gestisce senza troppi problemi, una che va facenno a bella mbriana cu chisto e cu chillo. Al di là di tante considerazioni etimologiche, a me piace l’accezione torrese di bellambriaca che, in un certo senso, suggerisce un’immagine favolistica dell’apparizione.

Buattella.

A buattella non è solo il diminutivo di buatta, dal francese “boite”, è molto di più, è il contenuto stesso, quella piccola dose di conserva di pomodoro indispensabile per un buon raù.
Quando ncopp’a ll’asteco si metteva il succo di cruanelle e sammarzane ad asciugare nei piatti vecchi, quelli che il conciatiani aveva ricomposto con ciappe metalliche, quando il vasetto bianco smaltato astipava per l’inverno la preziosa conserva, con un filo d’olio e na fronna ‘i vasenicola, allora non serviva a buattella. Per il ragù bastava na cucchiarella ‘i cunsevera sfrigolante nella nzogna, per caramellare il pezzo di carne e impedirne la perdita degli umori, prima dell’aggiunta della passata.
Poi venne la buattella a sostituire il rosso-bruno contenuto del vasetto. A fraveca r’i buattelle era sulla strada che porta alla stazione delle FFS, dietro a i cientofuntane, lo stabilimento delle conserve Elvea della famiglia Vitelli. Oggi quel sacro prodotto si trova anche in tubetti, come il dentifricio. Dalla cucchiarella, alla buattella e alla spremuta dal tubetto.
Rilevo in ultimo il significato di buatta, ennesimo sinonimo della fessa.

Scriacasa.
Scriacasa.
Dissipatore, scialacquatore, sperperatore. La vera potenza dello scriacasa è nella negatività opposta all’atto creativo. Da criare a scriare per effetto dalla “s” negativa come cosere e scosere. Fare dal nulla è criare. L’annullamento totale è scriare.
Scriacasa è chi ha il potere di dissolvere, di mandare in rovina la famiglia. Ma anche le parole a volte addolciscono il loro significato etimologico e così scriare diventa sciupare, utilizzare male. Pe scrivere sti ppapocchie aggio scriato nu foglio ‘i carta.

Stuppazzo.
Stuppázzo.
Tappo, dal latino “stuppa”, derivato dal greco “stype”, stoppa, materiale adoperato per realizzare una chiusura a tappo. U stuppazzo ‘i pezza. Dalla radice “stupp” deriva “stuppare”, fermare, impedire la fouruscita di liquido e anche “stuppiare”, che è l’operazione di calafatare con la stoppa. Chiara è l’analogia, forse anche l’etimologia, con l’inglese “to stop”, fermare, da cui “stopper”, oggi noto come terzino di blocco e lo “stop”, azione del fermare la palla nel calcio, la “stoppata” nella pallacanestro, lo “stop” nella segnaletica stradale e come punto telegrafico.
Sinonimi e varianti di stuppazzo sono stuppaglio, attuppaglio, tuppaglio e simili. Da queste derivano epiteti pesanti come stuppagliuso, (piglianculo) e stuppagliosa, con funzione passiva del termine, riferito a chi è oggetto di attuppata e con allusione a orifizi anatomici.
Anche “stuppolo” deriva dalla radice “stupp”, (dal latino regionale “stuppulus”) con significato di mattuoglio di pezze, strofinaccio: “stuppolo ’i cesso” è lo scopino del cesso ed è anche un epiteto poco pulito.


 
 
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ID: 430  Intervento da: Salvatore Argenziano  - Email: salvatore.argenziano@fastwebnet.it

Per Nello
Avevi chiesto l’origine della parola Ciappa negli strangianommi “mio zio ( fu ) pescatore: RAFFAELE I CIAPP . Questa non l'ho mai capita”. Ero curioso di sapere se la mia risposta era convincente.


ID: 429  Intervento da: Salvatore Argenziano  - Email: salvatore.argenziano@fastwebnet.it

Per Antonio.
“Gestore del grande teatro "Garibaldi", ubicato tra la I e la II traversa di via Teatro (attualmente traversa dietro del Teatro), fondato nel 1849 come teatro "Aurora" ed il cambiamento del nome dovette avvenire dopo il 1860, se non proprio in quell’anno, quando cioè non c’era nulla che non si intitolasse al nome di Giuseppe Garibaldi. Ispirato al Teatro Regio di Parma, si compone- va di due ordini di palchi, una loggetta superiore, una sala e il loggione”. Da un articolo di Peppe D’Urzo che puoi trovare su Torreomnia.



ID: 427  Intervento da: Aniello  - Email: aniello.langella@tiscali.it

Tosti i quesiti !
Dalle notizie che ho posso solo dire che la storia è sempre la stessa. La sede comunale precedente era "presso la piazza Santa Croce". Ciò quanto posso dirti da una fonte che puoi citare tranquillamente : mio padre Leonardo che per 36 anni lavorò nella sede del Castello Baronale, raccogliendo notizie e carte circa la storia di Torre.
In merito al Teatro Garibaldi ( argomento che non conosco affatto bene ) posso dire che Franco Formicola in merito conosce bene documenti ed anche planimetrie. Da quel po' che posso ricordare mi par di capire che abbia attinto notizie dal Catasto di Napoli.
A presto
Aniello


ID: 426  Intervento da: Antonio  - Email: usn123@tin.it

Avrei bisogno di due informazioni per un libro che sto scrivento, se mi potete dare una mano:
1) nel 1851 il sindaco Nicola Romano portò la sede del Municipio nel Castello Baronale, all'uopo (bello eh!) ristrutturato. Mi potete dire dov'era la sede precedente?
2)Mi potete dire la data di costruzione del Teatro Garibaldi, non so nemmeno se questo è il primo nome e l'eventuale architetto ?
Ciao a tutti, Antonio


ID: 425  Intervento da: Aniello  - Email: aniello.langella @tiscali.it

Miciata trovo che sia un termine bellissimo e mi piace come lo definisci .
Perdonami ma io spesso chiedo delle cose per stimolare, qualora possibile , l'interesse di altri possibili interlocutori.
Miciata era sempre mia cugina Lucia ,...Viziata... un po' con il naso toscano, superiore,...
In marito a zio Raffaele detto ciappa , cosa volevi sapere ?
Con il piacere di risponderti e dialogare con te
affettuosamente Nello


ID: 424  Intervento da: Salvatore Argenziano  - Email: salvatore.argenziano@fastwebnet.it

04,01,2005.
Caro Nello,
fammi sapere se ti risulta questa accezione della parola oppure ne conosci un’altra. Io ricordo che con questo aggettivo non s’intendeva fare un complimento.
miciät(o): agg. Mmiciato. Viziato, male educato. Istigatore di brutte azioni. Il termine deriva da mmiziare nella accezione di istigare.
mm(i)zzä(re): v. tr. Mmezzare. Mizziare. Imparare, insegnare, consigliare. 2- Istigare, aizzare. *GCC. - Chi vo’ sapere commo sia l’ammore / una vaissa nce lo pò ammezzare-. *FR. - E' na vernia! Chillo ngrogna, / chillo arraglia, chillo abbofia, / chi buttizza, chi mmezzèa, / chi te mbroglia e chi te scofia!-. *GBB. -Zezolla, ’nmezzata da la maiestra ad accidere la matreia-.
mm(i)zziä(re): v. tr. Mezziare. Mmizzare. Indicare, spiegare. 2- Ordire, istigare. etim. Dal latino “invitiare”, viziare, derivato da “vitium”. La trasformazione da “invitiare” a “imvitiare” e poi “immitiare”. In ultimo l’aferesi che porta a “mmiziare”, che è la grafia più corretta.
Non mi hai ancora fatto sapere niente sullo zio ommo ‘i ciappa.



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