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Argomento presente: « Le presenze inquietanti » | ||||||
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ID: 4499 Intervento
da:
ciro Adrian Ciavolino
- Email:
ciroadrian@libero.it
- Data:
martedì 26 settembre 2006 Ore: 19:00
Caro dolciario Zuccarini, come vedi la dadamite esiste, è veramente infettiva. E' come un virus mediatico. Come certi pàppici nella farina. Prendi le dovute precauzioni. Adri in pasticceria |
ID: 4496 Intervento
da:
Penza Francesco
- Email:
francopenza@interfree.it
- Data:
martedì 26 settembre 2006 Ore: 17:08
Cara Francesca. Ho letto le elucubrazioni e superficialmente rispondo. DADAMITE, attribuito a Luigi Mari potrebbe derivare da dad-inglese papà, quindi paterno o da Dadà, primi fonemi dell’infante, da cui trasse origine il movimento artistico Dadaismo degli anni Venti. Tutto da verificare. In linea di massima, infantilismo. Che centri tu e il tuo Forum, non so spiegare. Forse il provocatore voleva dire nulla e tu e gli altri avete equivocato. Altrimenti siamo nella muffa del gioco tra bambini che conduce al nulla. Ugualmente. Ti saluto Franco Penza |
ID: 4466 Intervento
da:
Pasquale Zuccarini
- Email:
ziccarini2@virgilio.it
- Data:
domenica 24 settembre 2006 Ore: 10:17
Gentile Prof. Ciavolino, sono il pasticciere della redazione. Qualcuno pensa che il mio sia uno pseudonimo: "Zuccarini" perché faccio il pasticciere dirimpetto al masto che voi dite in un messaggio ha la "dadamite". Siccome che il proto viene a prendere il caffè col maresciallo D'urzo, con Ciccio Raimondo, con Franco Formicola e molti amici di Torreomnia, questa dadamite è una cosa infettiva? Per la salute pubblica ho il dovere di provvedere. Complimenti per i giochi di parole. Simpatici. Pasquale |
ID: 4465 Intervento
da:
francesca mari
- Email:
zigymari@libero.it
- Data:
domenica 24 settembre 2006 Ore: 10:09
E' la prima volta che il prof. Ciavolino, rispetto al passato, a monte e a valle delle sue simpatiche performance trova lo stesso soggetto "Tofa". Tofa porta a Tofa anche dopo il percorso cittadino. Credo che sia il caso almeno di parlare di questa iniziativa di lettere che si è inserita nel circuito culturale cittadino, anche perché lo merita, sia per l'impegno certosino assunto da autori e redazione, sia per la stoicità di mettere un prodotto sul mercato (perché giustamente i tipografi non vivono d'aria), senza nessunissimo richiamo consumistico. E' un po' come andare in giro col cilindro e la redingote ai giorni nostri. Si è certamente eleganti, ma impopolari e non a braccetto con i tempi. E' bene parlare de "La Tofa" anche perché il Duce non si sbagliava quando diceva: "O ne parlano bene (del regime) o no parlano male, l'importante è che ne parlano". Il quindicinale procede un po' in sordina per la diffusione che meriterebbe almeno nel circuito didattico cittadino, perché è a circuito chiuso corallino; anche perché è uina pubblicazione giovane. Ma non dimentichiamo che la piazza di Torre è spinosa e idiosincraica per le iniziative culturali fuori lottizzazione. Questo per quanto riguarda la "critica", l'assenso degli addetti ai lavori, per questo sarebbe meglio puntare sull'utenza comune generale. Ma le iniziative strettamente culturali, specie di orientamento di ricerca e riproposta storica locale sono dure a trovare il loro collocamento. Vuoi per l'offerta megagalattica della rete, vuoi per la presenza cittadina di giornali a colori distribuiti gratuitamente, vuoi perché la cultura strettamente settoriale, riduce la fetta di utenza generale (uomo della strada) al massimo al 10% . "Carmina non dant panem". Il padre di Dante vivacchiava facendo il cambiavalute od un po' anche l'usuraio per vivere. Dante mandò la sua figlia Antonia in convento perché non aveva dote per maritarsi. Quando si traslittera la cultura su un supporto che diventa comunque un veicolo commerciale, giocoforza deve avere, non dico adescamenti, ma almeno dei richiami di orientamento più vasto, di interesse più generale. Abbiamo qualche testata torrese che ottiene un successo di pubblico straordinario, perché la domanda viene soddisfatta a tutto tondo. Non vi sono limitazioni di sorta, aulicità, o limitazioni elitarie. E' chiaro che tra la zavorra viene ampiamente diffuso quello che c'è di buono. E' probabile che gli autori de "La Tofa" vogliano deliberatamente mantenere la loro posizione ideologica ed elitaria. Ma oggi, con la rete, la cultura sarà sempre più democratica, libera e liberale. Demos=popolo crazia=potere. E' la rete che finalmente sta dando la "sovranità" al popolo. La Tofa avrà un successo post mortem come per la "Divina Commedia"? Noi della redazione di Torreomnia desideriamo che ogni sacrificio letterario (bene o meno bene orientato) abbia il giusto consenso ed il meritato plauso. E' chiaro che la mia è una opinione, condivisa o meno non esclude i migliori auguri di progresso e maggiore diffusione di questo neo-quindicinale torrese, da parte della nostra redazione e spero della cittadinanza. Francesca Mari senior Redazione - Lingue estere www.torreomnia.it/forum/bacheca/francesca1/francesca1.htm |
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