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Argomento presente: « TORRE E IL MARE. » | ||||||
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ID: 995 Intervento
da:
luigi mari
- Email:
gigiomari@libero.it
- Data:
venerdì 11 febbraio 2005 Ore: 00:54
E, va bena', dicette donnna Lena, quanno veretta 'a mamma, 'a gatta e 'a figlia prena. Prima diavolo }: poi pazzo adesso mi chiami boss 8D]. Piglio, peso, incarto e porto a casa. Avevi ragione, Salvato': chi s'offende è fetente. Diceva Luther King: "picchiateci, bruciate le nostre case, lasciateci mezzi morti e non continueremo ad amarvi". Comunque, meglio pazzo che scemo! Ti ringrazio per la risposta circa il pesce (o la pescia) vedi indentificativo n. 989 si questa discussione. Dev'essere così come dici. Ogni volta che ci viene un'idea in questo forum facciamo appunto: " 'a primma pescia 'na pampanosa", e tutto va a p...ne! Luigi Mari |
ID: 994 Intervento
da:
Salvatore Argenziano
- Email:
salvatore.argenziano@fastwebnet.it
- Data:
venerdì 11 febbraio 2005 Ore: 00:51
CUOPPO. U cuoppo è il cosiddetto guadino, una rete a cono, legata ad un cerchio rigido provvisto di manico. Serve per tirare in barca il pesce allamato, evitando lo sgancio fuori dall’acqua per il peso (quando il pesce è nu piscione). Serve anche per la pesca lungo la scogliera, immergendolo a distanza e facendolo scorrere in risalita lungo la roccia. Si pesca qualche ammariello o vavusella. Ricordo un pescatore silenzioso che passava lungo tutta la scogliera, provenendo chissà da dove, con una borsina di tela in cintura nella quale metteva la pregiata pescata di piscitielli. Certamente una frittura da re oppure una insalatina di crudité. Ato che sushi ciappunese. VALANZOLA! Da “valanza”, bilancia. La tecnica della bilancia è praticata anche lungo i fiumi e nei canali che sfociano in mare, con bilancioni fissati a bracci mobili, azionati dai capanni a mezzo di argani a manovella. |
ID: 993 Intervento
da:
Salvatore Argenziano
- Email:
salvatore.argenziano@fastwebnet.it
- Data:
venerdì 11 febbraio 2005 Ore: 00:09
Ho l’onore e il piacere di rispondere a una domanda del “BOSS”. Mi butto dicendo che la PAMPANOSA possa essere il Pesce Pilota, (Naucrates ductor) a Napoli detto Mpamparo, Nfanfaro, oppure Fanfano. Altra ipotesi e il PAMPANO: Lampuga. Perciforme, (Coriphaena hippurus). Di quest’ultimo sul Dizionario del Mare puoi trovare la foto. Aggiungo una ulteriore nota al VACCHIO. Non faccio come Nello che ci da le notizie a puntate ma continuando la ricerca ho potuto appurare che esiste una tecnica di uccellagione con rete a lancio. Confermo che in napoletano QUACCHIO è sinonimo di CAPPIO e viene citata l’espressione “ncappasti merola a lu quacchio” per indicare il merlo catturato dalla rete. In italia è praticata la pesca al Vacchio, detto localmente GIACCHIO oppure GIACCO, con evidente somiglianza al nostro Vacchio. Rete a lancio: detta anche giacchio, è in uso anche sul Lago Trasimeno. In questa rete il telo, appositamente piombato, è destinato a catturare i pesci scendendo verso il fondo. Il suo uso è limitato ad acque poco profonde. La rete, una volta lanciata, si apre e cade sul fondo grazie a dei piccoli pesi distribuiti uniformemente sulla circonferenza. Tirando la cima di recupero, la rete si chiude e si solleva a formare diverse sacche dove il pesce rimane intrappolato. |
ID: 989 Intervento
da:
luigi mari
- Email:
gigiomari@libero.it
- Data:
giovedì 10 febbraio 2005 Ore: 23:07
Caro Salvatore, non so se ti seio accorto che hai inviato lo stesso messaggio due volte. Fa niente. L'amministratore che ci sta a fare? Per togliere i messaggi doppi per esempio! Vorrei sapere se esiste un pesce che si chiama "pampanosa" in italiano o se è solo un nome di pesce detto in vernacolo salernitano. Mio padre che è di Angri (ecco la spiegazione di un "Mari" a Torre. Mia madre era torrese), mio padre, dicevo, usa dire spesso " 'a primma pescia 'na pampanosa!". Innanzitutto nell'agro-sarnese molti pesci li chiamano al femminile, e va bene, fatti loro. Il pesce è stato sempre maschile. Forse per una questione di par-condicio, chissà. Il modo di dire significa pressappoco: "al primo tentativo già fallisci". Ma "pampanosa" che vvordi'? Grazie. Tuo servo: Luigi |
ID: 988 Intervento
da:
Aniello Langella
- Email:
aniello.langella@tiscali.it
- Data:
giovedì 10 febbraio 2005 Ore: 22:53
U vacchio penso sia una sorta di piccola retina come UN CUOPPO . Ma non siamo molto lontani dal Laccio. Papà mi diveca queste cose. Ora devo parlarti della VALANZOLA . Aggiungi tu se sbaglio. Serviva per catturare i gamberetti . Un CUOPPO lecato ad un cordino. Al centro un pesce vecchio e puzzolente, si buttava tra gli scogli e si tirava su o dopo qulche decina di minuti oppure a vista. Ti piace questa ? A VALANZOLA. Aniello |
ID: 987 Intervento
da:
Salvatore Argenziano
- Email:
salvatore.argenziano@fastwebnet.it
- Data:
giovedì 10 febbraio 2005 Ore: 22:17
Questi incontri in mare mi affascinano in maniera particolare. Sono interessato ad ampliare il Dizionario del Mare ma il piacere di risentire delle parole come “barcabbestia”, che non sentivo da oltre cinquant’anni, mi procura una emozione gioiosa. Misteri della memoria che conserva in sonno il nostro passato, per farcelo rivivere ad un segnale giusto. Allora viene voglia di saperne di più e incomincia il piacere della ricerca. Per BARCABBESTIA ho già risposto. Ecco ora altri termini, più o meno a me noti ma che occorre rinverdire. COFFA e PALÁNGARO stanno ad indicare lo stesso tipo di pesca detto anche PALÁMITO. (Da non confondere con la PALAMÌTA, il pesce dei tunnidi detto palàmmeto a Torre). COFFA è sinonimo di cesta. (etim. Dall'arabo “quffa”, cesta, e dal gr. “kóphinos”, vedi cuofano) Indica quel cestone basso che contiene arrotolata la sagola detta trave, lunga centinaia di metri, fatta di cordino o di lenza grossa. Alla trave sono legati monconi di lenze, bracciuoli, anche un centinaio, con gli ami. Gli ami vengono fissati in tondo al bordo della coffa. PALÁNGARO. (etim. Greco “polyánkistron”, composto da “polys”, molto e “ánkistron”, amo). Il palàngaro è l’attrezzo, cioè l’insieme della trave, delle lenze e degli ami. Poi mi arriva come una mazzata VACCHIO. Che sarà mai? Provo a ripetere la parola con possibili varianti per suscitare una reazione della memoria. BACCHIO, GUACCHIO, QUACCHIO, UACCHIO, CACCHIO, no, quest’ultimo no, nun ce azzecca. Unico riferimento trovato un articolo di Raffaele Raimondo nel quale si parla della pesca con il VACCHIO ma senza spiegarne la tecnica. Poi, scavando negli “scaracuoncoli de la mammoria”, ricordo un modo di dire. Hai menato u uacchio per dire hai buttato il cappio oppure la rete. Chiappo come metatesi di Vacchio. Questa espressione significava anche hai buttato l’amo, hai seminato ed ora sei in attesa del raccolto. Mi viene da pensare a un sistema di pesca che non ricordo di avere mai visto a Torre. Lo conosco per averlo visto praticato in Africa (solo in documentari), in SudAmerica e anche in Asia. Si tratta di lanciare una rete circolare, contornata da una sagola che, tirata dal lanciatore , stringe la rete come un sacco. I pesci sottostanti la rete sono catturati da questo sacco che si chiude. Ora tocca a te, caro Nello. Ti ringrazio per avermi fatto fantasticare e scervellare ma dimmi ora tutto quello che sai ncoppa u vacchio. |
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