Ricordi del bere e mangiare di un torrese Pag. 25 | ||
-MAJ- |
majàt(e)c(o):Di maggio, maggese. majuràna:Maggiorana. Erba aromatica delle Labiate (Origanum majorana). Po’ pesaie maiorana e fasolara, aruta, menta, canfora e cardille e n’erva, che non saccio, puro amara che se dace pe’ bocca a’ peccerille. (G. C. Cortese. La Vaiasseide).
Purtë
l'addorë di la majuranë (Canto tradizionale di Carpino, Foggia) mannarin(o):Mandarino. Rutacea, citrus nobilis. Pascariello iesce e torna a mugliera l'ha fatto 'e corne, quanno passa p''o Pennino l'abbuttammo 'e mandarine (Danza rituale del XVII secolo).
cu
nu libbro apierto nzine, (Salvatore Di Giacomo. Dint'o ciardino). Ma 'a Madonna, quanno ognuno sta durmenno a suonne chine, annascuso 'e tuttequante va e lle porta 'e mandarine. (Ferdinando Russo. 'A Madonna d' 'e mandarine). mangiafoglia:Così erano detti i napoletani per l'abbondante presenza della "foglia" nella massa alimentare, prima di diventare mangiamaccheroni. Per "foglia" si intende l'insieme della produzione orticola e, in particolare, le diverse varietà del cavolo, la brassica oleracia. ... a dio pastenache e fogliamolle, a dio zeppole e migliaccie, a dio vruocole e tarantiello, a dio caionze e ciento figliole, a dio piccatiglie e 'ngrattinate, ...... me parto pe stare sempre vidolo de le pignatte maritate, ... torze meie, ve lasso dereto. (G. Basile. Lo Cunto... Il mercante). Ché i maccheroni sono siciliani di origine; e prima de’ napoletani, i quali anticamente venivan chiamati mangiafoglia, si chiamarono mangiamaccheroni que gl’isolani. (Vittorio Imbriani. L'impietratrice: panzana). mangiaguerra:Vino rosso di Castellammare. ... mo contempranno la vocca, parmiento amoruso dove le Grazie pisavano contento e ne cacciavano Grieco doce e Manciaguerra de gusto. (G. B. Basile. Lo cunto de li cunti. La vecchia Scorticata). .... Po’ comm’àppero buono mazzecato trippa, sambrusche, rosole et arrusto e Magnaguerra e Lagrema sciosciato e da li suone avuto no gran gusto, .... (G. C. Cortese. La Vaiasseide). mangiamaccaruni:"Mangiamaccheroni" furono detti i napoletani nel settecento, quando l'invenzione del torchio per la trafila della pasta mutò sostanzialmente la loro dieta alimentare. Da "mangiafoglia" diventarono "mangiamaccheroni". Prima dei napoletani i "mangiamaccheroni" erano stati i siciliani che già conoscevano la pasta secca per averne appreso la tecnica dagli arabi. Ognuno lo sermone ne scennette cchiù ca lo sciorentino le ffrettate cchiù cca no turzo nuie napolitane o maccarune li palermitane. (Gabriele Fasano. Lo Tasso Napoletano). mangiarafaniéll(i):Così erano detti a Napoli gli spagnoli. Va', lava le scotelle, Ca si' spagnuolo mangiaravanelle! (Silvio Fiorillo. Lucilla costante). Questo è uno dei tanti riferimenti etnogastronomici dell'epoca. Mangiarape erano i Lombardi. Mangiafagiuoli i Cremonesi. Cacafagiuoli i Toscani: né de' il cahafaggioli ghire a funno, Obizzo, sempe digno de trommetta, (Gabriele Fasano. Lo Tasso napoletano). Cacafoglie per i Napoletani. Pane unto gli Abruzzesi. Mazzamarroni i montanari dell'Appennino Tosco-Emiliano. Così definisce gli italiani Gabriele Fasano nelle note al suo "Tasso Napoletano". mangiôn(e):Grande mangiatore, ingordo. La panza ritenuta simbolo di potenza, grossa, prominente e di grande capacità per accogliere il cibo. E non solo il mangiare ma anche il bere. Quando vivevo in Sardegna ho assistito a gare di bevute di vernaccia sarda, dopo pantagrueliche abbuffate in Barbagia, fino allo sfinimento dei contendenti. Per non partecipare agli scontri dovetti dichiarare di essere astemio ma la mia immagine subì un irrimediabile tracollo. Tutto ciò che viene mangiato è oggetto di potere.... il gran mangiatore. Alcuni gruppi umani riconoscono il loro capo appunto in un gran mangiatore. (Elias Canetti. Massa e potere). mant(e)sin(o):Sinale. Grembiule. etim. Latino "ante+sinus", avanti seno. Antecunnale. Belfagor: Ora dammi il senale.... Sarchiapone: Io 'o chiammo 'o mantesino. (Roberto De Simone. La cantata dei Pastori). Mantesino, grembiale. Lo si può far venire da ante e sino, quasi antesino, e voltarlo in italiano per avanseno, anteseno; ovvero da manto e sino, quasi manto che covre ed orna il seno, ed allora si direbbe mantoseno. (Federico Piantieri. Del Cilento e del suo dialetto). e tornata parìa la primavera, scotuliannu tutt' 'u vantisinu; 'a vita fici l'uva, 'u 'ranu 'i spichi, e li shcattilli si facèru fichi. (Ottocento Calabrese. Vincenzo Padula. La Notte di Natale). marcat(o):Mercato. Mmiez'u marcato. Tre femmene e na papara arrevutaieno nu marcato. marènna:Merenda. Fai marenna a sarachielli. « Squaglia priesto da ccà, se non vuoie servire de marenna a l'orchetelle figlie meie,... (G. B. Basile. Lo Cunto de li Cunti. Le tre Cetra). Marènna:Salumeria di strada Campanile. marisciàlla:Zuppa di trippa, pariata e centopelle, tagliata a listarelle, come i galloni dei marescialli borbonici. - Io preferisco il brodo di castagne allesse. - O una zuppa alla marescialla. (Matilde Serao. Storia di due anime). màrt(o)la:Madia. Ciente rose 'ncappucciate Dint' 'a martola mmiscate: Latte e rrose, rose e latte Te facette 'ncopp' 'o fatto. (Comme facette mammeta) maruzza:Lumaca. etim. Latino medievale "marucca". La zuppa di maruzze era un piatto tipico durante la festa dell'Uttava. Sulla strada che porta al Castello, ncopparipa, c'erano i banchi di maruzzari, dove si mangiava la zuppa di maruzze e la zuppa di cozzechitarde, al lume delle lampade all'acetilene.
Tene chiù ccorne isso ca nu cato 'i maruzze. Vaco 'i pressa, ricette a maruzza. ... con due soldi di maruzze, si hanno le lumache, il brodo e anche un biscotto intriso nel brodo ... (Matilde Serao. Il ventre di Napoli). Le giostre allo slargo di Cavino con la donna ragno, il tirassegno, le gabbie rotanti, le caravane di quelli del circo, profumi di rosse zuppe di cozze e maruzze, di rusacarielli e panzarotti tra i miasmi dell’acetilene dalle fioche lampade sulle bancarelle. maruzziéll(o):Lumachina di mare. Cacavuozzolo, Caracuoncolo. marzuôt(e)c(o):Marzolino, di marzo. mastantuôn(o):Varietà di pera, piccola e zuccherina. mazzacan(e):Vino bianco e rosso della zona di Massalubrense, dall'antico nome Massaquano, e dalla penisola sorrentina. Ne vengono delli bianchi e delli rossi. È un dilicato bere tale sorta di vino, ... massimo per le donne , per podagrosi et ammalati. ... S.S. ne beveva volentieri la state ai gran caldi, massimo la sera per cacciare sete, sicché è vino da Signori. (Sante Lancerio. Lettera al cardinale Guido Ascanio Sforza). mazzàmma:Insieme di pesci di piccola taglia e di specie diversa. Il termine si adopera col senso letterale di pescame di ridotte dimensioni, di scarsissimo valore gastronomico e di poco prezzo, poi significando per traslato una congerie di diverse cose o di persone e, in forma enfatica e sprezzante, accumulo di scarti della società o di produzione. (Amedeo Messina. Istituto Linguistico Campano. www.ilc.it ) mazz(e)cä(re):Masticare, magliucare. / Parlare in maniera incomprensibile. Ammazzecare. Ma Zoza, a lo medesemo punto romenanno e mazzecanno le parole de la vecchia,... ...fra tanto, poste le tavole e venuto lo mazzecatorio, se mesero a magnare e, fornuto de gliottere, fece lo prencepe signale a Zeza scioffata, che desse fuoco a lo piezzo. (G. B. Basile. 'Ntroduzzione a lo Cunto de li cunte). Subbeto la chiudette e seggellaie co’ pane mazzeccato, ... .... Accossì ’nfi’ a la sera la passâro ’nfi’ che fu l’ora de lo mazzecare che se sedêro a tavola e magnâro auto auto pe’ cchiù priesto se corcare. ... .... Po’ comm’àppero buono mazzecato trippa, sambrusche, rosole et arrusto e Magnaguerra e Lagrema sciosciato e da li suone avuto no gran gusto, .... (G. C. Cortese. La Vaiasseide).
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nu
viénto sicco abbrucia .... e mazzecavano u cciuingumm, cumme avevano visto ‘i fa’ ‘a chilli surdati ca primma l’avevano abbuttati ‘i bbombe e roppo evano trasuti cumme a libberaturi. (S. A. Storie Torresi). mazz(e)càta:Masticazione di tabacco. Na mazzecata i sigario. mazz(e)catòri(o):Il mangiare, a magnata. E, venuto lo juorno destenato, oh bene mio: che mazzecatorio e che bazzara che se facette! Da dove vennero tante pastiere e casatielle? Dove li sottestate e le porpette? Dove li maccarune e graviuole? (G. B. Basile. Lo Cunto... La Gatta Cenerentola). |