Ricordi del bere e mangiare di un torrese Pag. 39 | ||
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Sacch(e)tiéll(o):Salumeria mmiezasammichele. sacìccia:Salsiccia. U sasiccio, membro virile. Sasicchio, Sacicciotto. salàta:La salata è la salagione di alimenti diversi. A salata r'alici. salatiélli:Lupini spugnati in acqua salata. sàle:U ssale. Il sale era venduto nei negozi di "Sale e Tabacchi". Come prodotto di monopolio statale era consentita la vendita solo a questi negozi concessionari della "privativa". Il tabaccaio lo teneva in sacchi dai quali lo prendeva con la sassola per pesarlo. Era sale grosso e bisognava pestarlo nel murtariello di marmo o di legno con il pestello, u pesaturo. Questa era un'operazione noiosa quotidiana. L'espressione manna' a pesa' u ssale, cioè allontanare una persona con una scusa, è riferita al pestare e non al pesare. Nei giorni di privazioni dell'ultima guerra mettevamo sulle petturate 'i ll'asteco i piatti vecchi, quelli consevati per seccare la conzevera, pieni d'acqua di mare. Il sole provvedeva a far evaporare l'acqua lasciando un velo di sale. Data l'esistenza del monopolio statale questa pratica era illecita. Durante il Regno di Gioacchino Murat a Napoli, (1808-1815) ci fu una eruzione del Vesuvio e piovve acqua salata che evaporò, lasciando un velo di sale sul terreno. Sulla lava bollente dal cielo grande pioggia si riversò l’ardente materia a smorzare per mutarsi in bianco sale. La generosità del re consentì il libero smercio ai cittadini afflitti da tanti mali senza pagamento al Dazio dei pretesi diritti regali. (S. A. Una Famiglia di Pescatori di Corallo). "Fraudolentemente ogni giorno lungo le frontiere di terra s'introduce il sale estero in Regno. Vuole il Re che s'impedisca tanto dannosa introduzione... e comanda l'impiego de' mezzi in potere loro per riuscirvi ...." (Circolare ai Signori Sottintendente, Giudici Regii, Sindaci, Funzionari di Polizia, e Comandanti la Forza Pubblica. Napoli, luglio 1832.) Normalmente il sale era quello proveniente dalle saline di Trapani. Di una persona antipatica si diceva: Ce vo' tutto u ssale 'i Trapani p'alligeri'. A salera, u ssale ingrese, u ssale melicco, Bianche efflorescenze di salemelicco spunteranno sui muri, delicatamente raccolto per la miscela con la nera polvere della muniglia per il braciere per fiammate e scoppi d’artificio. (S. A. Ricordi). sammuchèlla:Liquore al sambuco, anisetta. etim. Greco "sambuke". samùrch(io):Salsiccia di sangue di maiale bollito e condito con pepe. sàng(o):Sangue. Sango 'i puorco. Il sangue di maiale era venduto cotto, rappreso. Si preparava tagliato a fette e passato in padella con la cipolla, alla maniera del fegato alla veneziana. ... no sciosciello, no piatto de sango co l'aruta, na pizza de rerita 'nfosa a lo mele, muorze gliutte, voccune cannarute, e ba' scorrenno. (Pompeo Sarnelli. La piatà remmonerata). sanguinàcci(o):Dolce di carnevale fatto con sangue di maiale, cacao, zucchero e passulini. Respose Caradonia: « Teh sentite! Èie no sanguenaccio, èie na ‘nnoglia: garda megnogne! e chesto non sapite? Marammè, che bregogna, che sciocchezza! (G. C. Cortese. La Vaiasseide). Finiti i giorni grassi, carnascialesca profusione di letizie mangerecce lasagne e sanguinaccio... (S. A. Ricordi). santaròsa:Vedi sfugliatella. sapiénz(e):Variante dei susamielli che prendono il nome dal Convento di S. Maria della Sapienza, dove le Clarisse le confezionavano. sarachiéll(o):Saracca, sardone. Salacca, pesce salato. Ha fatto marenna a sarachielle.
....e
c'a nziria 'i Masaniello (N.C.C.P. 'O cunto 'e Masaniello). sartù:Sformato eccezionale di riso. etim. Francese "surtout", che sta sopra tutto.Con la lasagna di Carnevale il sartù è il piatto più ricco della cucina napoletana. La sua preparazione è lunga e complessa e l'aspetto finale è sontuoso. Una volta ho voluto cimentarmi, e ho adoperato uno stampo col buco, un stampo savarin da babà. Tolto dal forno, sformato e ripassato al forno per una gratinatura superficiale. L'aspetto era sontuoso; il sapore ottimo ma questa qualità era dovuta alla bontà e ricchezza degli ingredienti preparati da Gianna. Per il ripieno occorrono funghi cotti a fungetiello, cioè con aglio, uoglio e pummarola; fecatielli di pollo, pesielli cotti con le cipolline, sasicchi di maiale, purpette di carne, presutto, sciore 'i latte, caso, ova toste e raù di pummarola. io pe' nu paro 'e solde 'e cannulicchie, pe' na fella 'e timpano o de sartù, e pe' veverme 'e vino uno o dui sicchie, mo me vennesse chello che vuò tu! (Ferdinando Russo. 'O cantastorie). sarviètt(o):Tovagliolo, salvietta. etim. Francese "serviette". sàrza:Salsa, ragù. etim. Latino "salsa", femminile di "salsus", salato. Ma, tornata l’orca a la casa e volenno fare la sauza, s’addonaie ca ’nc’era menata la fauce..... .... schiaffatose pe lo fenestriello drinto la cammara, se fece no pasto de chillo petrosino de la sauza d’Ammore ... (G. Basile. Lo Cunto de li Cunti. Petrosinella). sasicchi(o):Sasiccia. Salsiccia. Abbellativo: ab hoc sauzecchione, 'a tomacella. (Vincenzo Braca. Farza de lo Mastro. 1500). ... pe n’essere schiavo o vero mpiso fellà se fece comm’a ssaucecciuone... (Gabriele Fasano. Lo Tasso Napoletano). scafaréja:Grossa conca di terracotta. etim. Greco "skafe", tinozza. ..... na caudara, no spito, na teiella, na scafareia, na scopa, n’agliariello, no treppere, no tiesto, na scotella, .... (G. C. Cortese. La Vaiasseide). .... e puro era no piatto reale, che pareva na scafaréa! (Pompeo Sarnelli. Posilicheata). scagliuôzz(o):Scagliuozzolo. Focaccia di granurinio che si vendeva tagliata a losanga. Chiamammo scagliuozzo anche le pagnuttelle di farinella e patane scaurate che si preparavano in casa nell'inverno del '43, quando si vendeva solo farina di cobntrabbando. Nel tepore profumato del forno la lunga attesa della gialla e ammazzaruta pagnottella di scagliuozzo nostro pane quotidiano avidamente consumata calda. (S. A. Ricordi). Pe cuntuorno r'u scagliuozzo, verd'aulive senza nuozzo. (S. A. Grammatica). scalògna:Varietà di cipolla. etim. Da Ascalonia, città della Giudea. Ceparum genera Graeci plura facere, ut Sardam, Samothraciam, Ascaloniam ab Ascalonio Iudeae oppido nominatam: (Bartolomeo Sacchi Platina. Sec. XV. De honesta voluptate et valetudine). scammär(o):Magro. Pizza ‘i scammaro: pizza con le scarole. scannapiécur(e):Beccaio che andava casa-casa ad uccidere gli agnelli per la Pasqua. L’agnello per la Pasqua amico di giochi fino all’estate sfuggito al rituale sacrificio ceduto allo scannapiecore con la rassicurante promessa, ma il timore restava, di vita lunga nel gregge (S. A. Ricordi). scapéc(e):Condimento a base di aceto fatto sobbollire con acqua, aglio, origano, pepe. etim. Spagnolo "escabeche". Cucuzzielli a scapece. La scapece si usa anche per la frittura di pesce rimasta che viene conservata a scapece, con foglioline di menta. ... e fosse fatto pe la sera, autramente n'averria fatto scapece o mesesca. (G. B. Basile. Lo Cunto... La Palomma). scarfä(re):Riscaldare. I maccaruni scarfati. scarfuôgl(io):Membrana sottile. Spicchio. Scarfuoglio 'i mandarino. scaròla:Indivia. Pianta erbacea delle Composite (Cichorium endivia). Scarola p'a nzalata e scarola riccia. La riccia si usa per la pizza 'i scarole, con aulive 'i Gaeta, chiapparielli, aglio e alici salate. Ancora la riccia si usa per la scarola mbuttunata, scarola imbottita con pane grattato, aulive 'i Gaeta, chiapparielli, aglio e alici salate. Altre preparazioni semplici della scarola: Scarola strascinata aglio e uoglio, scarola cu passe e pignuoli. La Scarulella. è una verdura utilizzata nelle meneste.
E'
nata mmiez''o mare na scarola
Chi
pe la cimma e chi pe lu streppone (Anonimo. Michelemmà). .... scarola riccia pp'a 'nzalata! (Raffaele Viviani. 'A rumba d''e scugnizze). scarpariéll(o):Piatto di pasta, cotta chî ppummarulelle e ripassata nt'a tiella. scarpètta:La scarpetta è quella pulizia del piatto fatta col pane, quando il sugo, il condimento è degno di essere assorbito. scaurä(re):Lessare, bollire. Cuocere nella caurara. Patane scaurate. scauratiéll(o):Frittella di farina come le zeppole, ripassata in una ghiaccia calda di miele, zucchero e spezie e ricoperta di riavulilli.
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