La Città: 4 zone
Itinerario 1: zona media o  centrale
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Più oltre, sul lato sinistro il 

PALAZZO VALLELONGA 



Costruito all’inizio del sec.XVII a soli due piani, al posto di una masseria agricola appartenente alla ricca e nobile famiglia dei Castiglione-Morelli, marchesi di Vallelonga (Catanzaro) per curare la gestione del vasto territorio che vi era annesso. 
Nel 1843 i proprietari decisero di ristrutturare l’edificio affidando i lavori all’arch. napoletano Camillo Napoleone Sasso che lo ampliò radicalmente in forma di grande palazzo sulla Strada Regia, aggiungendovi un altro piano e decorandolo con affreschi. La facciata, lunga e simmetrica, presenta due portali d’ingresso decentrati ai lati, file di balconi e finestre sormontati da timpani mistilinei, mentre il timpano del balcone centrale del piano nobile ha uno stemma dei Vallelonga in stucco. In fondo al cortile di sinistra una scala di piperno porta al primo piano. 
Il Palazzo, fagocitato con la proprietà terriera annessa dalla espansione edilizia, andò man mano degradando, frazionato in abitazioni civili, fino al crollo di alcune parti; nel 1982 è stato acquistato dalla locale Banca di Credito Popolare.   Dopo un decoroso e fedele restauro, l’ha adibito come sua prestigiosa Sede Sociale e Direzione

 
         L’affresco settecentesco di ”Ercole 
             che abbatte  l’Idra” nella Sala 
             del Consiglio d'Amministrazione.
 

Generale. Tale Banca torrese ha oggi numerose filiali in Napoli e nelle cinque province della Campania. Lasciando la Villa Liguori con la lapide che ricorda "quel lume d’Italia” che fu Ruggero Bonghi morto qui il 22 Ottobre 1895, il Palazzo Martinez che ricorda il patriota Michele Pironti morto qui il 15 Ottobre 1885 ed ancora il Palazzo D’Elia che ricorda l’ammiraglio Francesco Caracciolo ”estinto proditoriamente nelle peripezie del 1799”, si vede a destra la Villa Comunale dove sono il monumento a forma di piramide allungata dedicato ai Caduti torresi della I Guerra Mondiale, opera dello scultore Luigi Mossuti, e quello del Dott. Antonio Agostino Brancaccio, si giunge al bivio di Capo Torre, fra la via Roma a sinistra e la via Diego Colamarino a destra, sul punto dove era la porta urbica andata d strutta nell’eruzione del 1794.