Più oltre, sul lato sinistro il
PALAZZO VALLELONGA
![](immagini/127vallelonga.jpg)
Costruito all’inizio del sec.XVII a soli due piani, al posto di una
masseria agricola appartenente alla ricca e nobile famiglia dei
Castiglione-Morelli, marchesi di Vallelonga (Catanzaro) per curare la
gestione del vasto territorio che vi era annesso.
Nel 1843 i proprietari
decisero di ristrutturare l’edificio affidando i lavori all’arch.
napoletano Camillo Napoleone Sasso che lo ampliò radicalmente in forma
di grande palazzo sulla Strada Regia, aggiungendovi un altro piano e
decorandolo con affreschi. La facciata, lunga e simmetrica, presenta due
portali d’ingresso decentrati ai lati, file di balconi e finestre
sormontati da timpani mistilinei, mentre il timpano del balcone centrale
del piano nobile ha uno stemma dei Vallelonga in stucco. In fondo al
cortile di sinistra una scala di piperno porta al primo piano.
Il
Palazzo, fagocitato con la proprietà terriera annessa dalla espansione
edilizia, andò man mano degradando, frazionato in abitazioni civili,
fino al crollo di alcune parti; nel 1982 è stato acquistato dalla
locale Banca di Credito Popolare. Dopo un decoroso e fedele restauro, l’ha adibito come
sua prestigiosa Sede Sociale e Direzione |
![](immagini/128vallel_affresco.jpg)
L’affresco settecentesco
di ”Ercole
che abbatte
l’Idra” nella Sala
del Consiglio d'Amministrazione.
Generale. Tale Banca torrese ha
oggi numerose filiali in Napoli e nelle cinque province della Campania.
Lasciando la Villa Liguori con la lapide che ricorda "quel lume d’Italia”
che fu Ruggero Bonghi morto qui il 22 Ottobre 1895, il Palazzo Martinez
che ricorda il patriota Michele Pironti morto qui il 15 Ottobre 1885 ed
ancora il Palazzo D’Elia che ricorda l’ammiraglio Francesco
Caracciolo ”estinto proditoriamente nelle peripezie del 1799”, si
vede a destra la Villa Comunale dove sono il monumento a forma di
piramide allungata dedicato ai Caduti torresi della I Guerra Mondiale,
opera dello scultore Luigi Mossuti, e quello del Dott. Antonio Agostino
Brancaccio, si giunge al bivio di Capo Torre, fra la via Roma a sinistra
e la via Diego Colamarino a destra, sul punto dove era la porta urbica
andata d strutta nell’eruzione del 1794.
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