La Città: 4 zone
Itinerario 1: zona media o  centrale
29 pagine di testo e 70 immagini

 Pag. 11 di 29 

In Piazza Luigi Palomba, che è la seconda della Città, s’erge il monumento a Giuseppe Garibaldi con la statua bronzea dello scultore Tommaso Solari, inaugurata i1 3 giugno 1894 con discorso del poeta Libero Bovio (1). Su1 fondo è la 

CHIESA DI S. MARIA
DEL CARMINE 




Dai Padri Carmelitani, calzati del Carmine Maggiore di Napoli, fuggiti dalla Palestina di fronte all’occupazione musulmana fu edificata in Torre del Greco una chiesa dedicata alla Madonna del Carmine con annesso convento. Il Balzano nel suo libro dice che il complesso fu fondato nel 1565 come da documento notarile, il Loffredo nel 1566 dal P. Alberto Comparato (2). 
Chiesa e convento, non ebbero vita facile in seguito: nel 1631, durante l'eruzione vesuviana che danneggiò gravemente la città, vennero parzialmente distrutti e i monaci ivi residenti dovettero riparare a Napoli. 
Rimasta intatta la cappella con l'immagine della Madonna i religiosi tornarono, ma perdute quasi tutte le rendite e privi di elemosine dovettero abbandonare il progetto di riedificazione della loro dimora e il convento venne addirittura soppresso con una bolla pontificia del 1652. 
Si riprese poi, il culto dell’immagine rimasta indenne, mediante offerte dei fedeli, si ristrutturò la chiesa che fu fatta in custodia ad un romito. I torresi pregarono i frati del Carmine Maggiore di Napoli di rioccupare la loro antica sede, ma ne ebbero un rifiuto, onde si rivolsero ai Carmelitani di S. Maria della Vita alla Sanità che acconsentirono e vi si stabilirono nel novembre 1672. 
Nell’eruzione vesuviana del 1737 il complesso fu sfiorato dalla lava ignea del vulcano e subì dei danni; in quella gravissima del 1794 rimase fra i pochi, che non andarono compresi nella generale rovina.
La chiesa sostituì S. Croce nella funzione di parrocchia e ospitò la collegiata costituita nel 1796 dal card. Zurlo (3). 

Da essa il beato Romano, come vice parroco partì in processione solenne la domenica del 5 giugno 1796 per la cerimonia della posa della prima pietra della erigenda nuova S. Croce. 
Con l’avvento della monarchia napoleonica un decreto del re Gioacchino Murat del 7 agosto 1809 soppresse ancora il convento torrese con altri del Regno e il 9 luglio 1811 fu ordinata la chiusura anche della chiesa. I torresi, con a capo il. sac. Crescenzo Ascione, ottennero due anni dopo la riapertura di questa, mentre il convento passò in potere dell’amministrazione cittadina diventando sede comunale fino al 1851. 
Nel. 1878 divenne sede della nascente ”Scuola di Incisione sul Corallo e di Disegno Artistico Industriale”, oggi Istituto Statale d’Arte. La chiesa è di stile barocco napoletano. L’interno ha una sola navata con tre cappelle su ogni lato mentre a sinistra una porta è chiusa da un blocco di lava vesuviana del 1737 e sormontata da una lapide commemorativa e dal busto di S. Andrea Orsini, vescovo carmelitano. 
Il presbiterio ha l’altare maggiore riccamente ornato di marmi policromi e in alto, sulla parete di fondo, il quadro della Madonna col Bambino, copia di quello del Carmine di Napoli. 
Sul lato destro ha la statua, opoera di un Verzella, di S. Afonso Maria de’ Liguori,g iurista, poeta, musicista, teologo e Dottore della Chiesa, che durante i suoi frequenti viaggi dalla natia Pagani a Napoli, si fermava spesso nell’attiguo convento per riposarsi. Nella volta a botte tre affreschi dei pittori Visciano e De Rosa, dell’Accademia di Belle Arti di Napoli, raffigurano il ”Trionfo della Madonna del Carmelo con i Santi Ciro, Francesco Saverio, Alfonso, Teresa d’Avila carmelitana, Andrea Avellinio e il papa Innocenzo IV che nel 1245 dette il riconoscimento ufficiale all’Ordine carmelitano (al centro datato 1931); S. Simone Stok, fondatore di vari conventi carmelitani in Gran Bretagna e Francia, davanti alla Madonna” (presso il presbiterio); ”Visione del profeta Elia, ispiratore dell’Qrdine carmelitano” (presso la porta), ed inoltre vari angeli. 

1) Il Solari (1820-1897), napoletano, fu insegnante di scultura all'Accademia BB.AA., accademico di S. Luca, cavaliere dei SS. Maurizio e Lazzaro e della Corona d’Italia. Autore del "Carlo D’Angiò" sulla facciata della Reggia, del "Vittorio Emanuele" in Piazza Municipio, del S. Tommaso  d'Aquino nel cortile della Vecchia Università, del "Carlo Poerio" in Piazza S. Pasquale a Chiaia, di uno dei quattro leoni del monumento in Piazza dei Martiri, di uno dei, due leoni dello scalone della Reggia di Caserta, ecc. (N. Della Monica: Le statue di Napoli (Tascabili economici Newton-1996). 
2) F.Balzano: op. cit. pag.79-81; S. Loffredo Op. Cit. pag. 222-23. 
3) Nella chiesa si conserva un’altra reliquia della S. Croce donata - ma manca il relativo documento - dallo stesso cardinale.