L'ultimo puparo torrese  pag. 8

IL MIO REPERTORIO

I soggetti dei copioni che ho scritto per crearmi un repertorio personale, le l'ho sottoposto al giudizio del pubblico con esito positivo: le copie sono a tutela dalla S.I.A.E. Sono all’antica, dovevano essere rappresentate con attori di legno antichi anche loro, ragione per cui serviva un testo classico è non moderno come qualcuno ha fatto. I miei sono a misura giusta per non stangare a chi assiste allo spettacolo: il pupo e di legno e ha movimenti e spazi limitati, chi scrive per loro ne deve tenere di conto se non vuole andare in pasto ai critici in quanto tutte le cose destinate al pubblico è sempre sottoposto a critica: se uno spettacolo fatto con marionette e lungo stanga, gli spettatori non resta seduto tutto il tempo sulla sedia, maggiormente oggi, che facciamo tutto di fretta, non c’è più ragione per lo spettacolo lungo e deve essere “breve conciso è commedioso” è una regola che ho appreso dal mio maestro, lo diceva sempre prima di incominciare lo spettacolo.

I CAVALIERI
DEL MEDIO EVO

Sottotitolo
ANGELICA A PARIGI

Liberamente elaborati da l’ORLANDO INAMMORATO di M. Matteo Boiardi nel 1988.

Sono quattro episodi collegati e si possono rappresentarli tutti in un unico spettacolo oppure uno per volta.

Primo episodio

Nella reggia di Carlo Magno a Parigi si fa festa, con ospiti di alto rango, nel mentre stanno consumando un l’auto banchetto, giunge ANGELICA principessa del Cadao Orientale, la sua presenza fa innamorare tutti, lei lancia la sfida dicendo chi sarà capace di abbattere suo fratello ARGALIA l’avrà in sposa e chi cade sotto la lancia del fratello sarà suo prigioniero. Sono in tanti che vogliono provare, il re invita a tutti coloro che vogliono cimentarsi a con il fratello di lei, sono in tanti e con un sorteggio si gratifica il nome di chi si batterà per prima. Fuori le mura della città si fa la giostra, Argalia fa prigioniere Astolfo, sorte Ferraù cade sotto la lancia dell'avversario è non si arrende sfodera la spada e lo mette in fuga, lo rincorre l'arrivo nel bosco si battono e muore Argalia.

Secondo episodio

Per lo scompiglio avvenuto a Parigi Angelica scappa e la rincorrano i cavalieri, lei stanga si riposa in una vallate ricca di fiori, arriva Orlando affaticato per la rincorsa vede la donzella rimane incanto e viene disturbato da Ferraù che vuole impadronirsi della fanciulla, dice d'aver ammazzato il fratello si ritiene vincitore della giostra, Orlando non li permette di accostarsi, i due si battano, la donzella scappa, i due la rincorrano.

Terzo episodio

Nella foresta delle acque incantate Angelica beve l’acqua dell’amore e Rinaldo beve l’acqua dell’odio sfugge ad Angelica si ritrovo con Orlando lei chiede aiuto a trovare Rinaldo, l'innamorato si rifiuta e va a cercare Rinaldo lo trova e si battono con un duro duello, cadono storditi tutte due Malagisi con la sua magia li divite.

Quarto episodio

La morte di ACRIGANO ucciso dal Conte Orlando sul campo di battaglia.

Nel Cadao, Acrigano porta guerra al re Calafrone per impadronirsi di Angelica, sta per cadere sotto i colpi di un gigante lo salva Orlando, il Conte viene a conoscenza il perché dell’assedio ad Ablanca attacca Angelica si battono fortemente per tre giorni, nel riposo della notte Orlando cerca di convertirlo ad abbracciare la sua religione il pagano non ne vuole sapere, riprendono a battersi il terzo giorno Agrigano ferito a morte chiede d'essere battezzato nel mentre Orlando si opera a battezzarlo muore.
                                    F I N E
N O T E

(15) Tarallucci e vino:  è un detto napoletano come per dire “a lieto fine”.

(16)     Il famoso Guerriero del romanzo di Massimo  d’Azeglio.

(17)     Picciotto: il primo gradino della carriera camorristica.

(18)     Rano: moneta del Regno di Napoli, valore di un    centesimo dopo l’unità d’Italia.


             Re Pallino, il capitano e le guardie

LA LEGGENDA
DI MONTEVERGINE

Oppure

IL CAVALIERE DI MAMMA SCHIAVONA

In tre atti, scritto nel 1984

Sono due leggende d’epoca diversa e d'anno lo stesso fine.

Prima leggenda: Il Sommo Poeta Virgilio nel suo soggiorno Napoletano 44 a. c,. per gli studi sulla SIBILLA va sul monte Cibele a pregare la Dea CIBELE per la guarigione dal suo male, gli uomini del culto pagano pregano alla Dea senza ottenere nessun risultato, dal monte si vedrà una grossa fiammata accompagnata da una voce contraffatta che dice “ Virgilio- - - Virginio vattene per carità non posso farti niente sei più forte di me lasciami in pace”, il Poeta intuisci del losco che c’è in quella setta, smaschera gli impostori conquista il monte e lo battezza col suo nome “MONTE VIRGINIANO” con passare degli anni lo si chiama MONTE VERGINE.

Seconda leggenda

Un blasonato nel Salernitano imbandisce una giostra per dare marito alla figlia. Il giorno della competizione dopo che si anno battuti più di un guerriero ne arriva uno celato e vinci tutti poi scappa sul suo cavallo il secondo giorno si ripete la stessa cosa il terzo giorno di giostra l'incognito viene arrestato gli alzano la celata vedono lo scudiero del blasonato "Giorgio" innamorato della candidata alle nozze, il padre della donzella scopre l'amante di suo figlia e ordine di rinchiuderli in carceri separati. La giovane nel carcere da alla luce un bimbo il nonno materno per evitare lo scandalo da ordine di uccidere il neonato gli sgherri che devono ammazzare il neonato non lo fanno per pietà lasciano il bimbo nel bosco e viene trovato da un pastore se lo porta nella capanna e l'allevo.

Il ragazzino è vivace gioca con il bastone picchiando qua e là come se combattesse da guerriere nel picchiare vicino a un vecchio muro cade un pezzo di intonaco, sotto c’è un edicola con l’effigia della madre di Dio, il dipinto ha un volto di colore bruno il ragazzo non ha conosciuto sua madre e chiama mamma l'immagine, grida più volte “mamma schiavona”: sente gridare aiuto corre e vede una giovane impigliata con i capelli nei rami d'un albero, li suggerisce d'invocare mamma schiavona, la giovane lo fa è si avvera il primo “miracolo”. La giovane è figlia di un Conte padrone di quel territorio porta il ragazzo da suo padre raccontano tutto l'accaduto, il Conte è malato prega anche lui la mamma miracolosa guarisce. Arriva sul monte Frate Guglielmo in cerca dell’edicola scoperta dal ragazzo, ha sognato la madre di Dio che la narrato dello scoprimento dell'immagine, con il ragazzo vanno dal Conte il quale col suo finanziamento costruiscono su i ruderi del tempio Cibele la Chiesa dove viene collocato quel quadro scoperto dal ragazzo. Per premiare il ragazzo li chiedono cosa desidera il giovane ormai adolescente chiede una spada per combattere agli infedeli, la richiesta e accolta viene nominato Cavaliere: il giovane rientra poi sorte guerriere con l’effigie della Vergine sul petto e sullo scudo.

Nasce IL CAVAVALIERE DI MAMMA SCHIAVONA

                                        Fine

 

(19)     Baratto: il nome li fu dato dal barattolo di latta che fungeva da cassaforte in cui depositavano l'incasso del gioco e il ricavo dei trafficanti furbi.

(20)     Cuntaiolo: il contabile della  camorra e della sezione.

Luigi Anainiello: camorrista a cavallo tra il 1800 e il 1900, per le sue bravure fatte a difesa dei più deboli, fu aggiunto nella storia della camorra nel 1950 da Alfredo Buonandi dopo del tormentone fattogli da un nipote, Raffaele Minotauro, maniscalco conosciuto come mastù  Rafele ‘o ferracavallo; il nuovo personaggio venne alla ribalta con il nome di “Luigino ‘o Turrese”  perché  nato a Torre del Greco.