Sui sentieri del tempo
Presentazione
di Peppe D’Urzo
Una galante
riverenza alle radici storiche, tradizionali e culturali della
nostra città, della mia città, al luogo dove sono nato. lo,
prodotto post-bellico apro gli occhi in una indimenticabile e
storica via di Torre: corso Umberto I°, al civico 15 (attuale
17), notoriamente ricordato come "Mmiez ’a San
Gaetano"; era l’anno 1951. Mi furono dati i nomi di
Giuseppe (dal nonno paterno, detto "Don Peppe ’u bellommo",
mitica guardia municipale del Comune di Torre del Greco) e
Pasquale (dal nonno materno detto "Don Pascale ’a
nevaiola"), entrambi onesti lavoratori e rispettabili
persone. In seguito trasferimento in altra zona: via Ignazio
Sorrentino, dopo la Vesuviana. Si era all’inizio del boom
economico, 1’edilizia cominciava a svilupparsi e la città
andava ad assumere un nuovo "look". I tempi stavano
cambiando, e, nella circostanza si può ben dire: ’The Times
they are A chanching". Poi tante visioni ed immagini che
restano impresse negli occhi e soprattutto nel cuore, un volto,
un paesaggio, un luogo. Queste ci ritornano improvvisamente in
mente e ci riportano, sulla scia dei ricordi, a momenti cari del
nostro passato. Una città, la mia, sorta in una invidiabile
posizione geografica: fra monte e mare: il "placido Vesevo"
copre come una "Blanket on the ground" e protegge
questo originale e genuino lembo di terra che riflette la
propria immagine in questa parte di "Mare Nostrum" che
una volta era meta di tanti torresi e "furastieri".
Bagna se stessa in un tranquillo mare, riposando quelle stanche
membra dei suoi laboriosi ed ingegnosi cittadini. Tutti
conoscono 1’antica importanza di Torre del Greco, famosa nel
mondo per la pesca e la lavorazione del corallo (il multimediale
e globale "oro rosso"), cammei ed affini, per la
cantieristica navale e per la coltura dei fiori. Tutto e
saporito qui, anche 1’umore della gente... Questo "remark"
e nato in modo spontaneo e col solo desiderio di
"ricordare" i personaggi, i fatti e fatterelli, le
figure, i luoghi, di questa ancor numerosa collettività; che
rimane, nonostante l’allontanarsi di molti suoi figli, fra le
più grandi città della Campania, sorta ai piedi del Vesuvio e
sul golfo di Napoli. Un contenuto mondo racchiuso in tante
rimembranze rievocate e rispolverate dai meandri del tempo. Un
paziente lavoro di passionali e sudate ricerche attraverso
testimonianze dal vivo, racconti, storie, foto, documenti ed
altro fra coloro che hanno espresso il piacevole gradimento di
raccontare e riportare a galla ciò che prima era sommerso. E c’è
ancora tanto da enunciare e descrivere, sperando di recuperare i
tanti frammenti di memoria, nascosti ancora chissà dove, e
comporre quel "puzzle" di ricordi in rispetto ed
ossequio al patrimonio culturale della nostra amata città. Un
dono molto prezioso e di inestimabile valore per le nuove
generazioni. Una retrospettiva che deve insegnare ad andare
avanti. Come dire, ricordare per ricostruire il futuro. L’omaggio
a Torre finisce qui; ai suoi abitanti va 1’incitamento a
operare sempre meglio e portare il nostro vessillo sempre più
in alto, ovunque nel mondo. La conclusione e racchiusa nelle
parole di "quel paziente inglese" che così recito:
"Non si può tornare sui sentieri del tempo, ma si può
rievocarli".
Peppe D’Urzo
|
|