Pupi torresi pag. 6 | ||
![]() Angelo Buonandi Nel 1958 una mattina andai a
fargli visita come era mia
abitudine, lo trovai che copiava il mano scritto di Raffaele Perillo
"IL RISCATTO BARONALE",
mettevano in scena l'evento del 1699, fatto che
conosciamo tutti a
Torre perché se ne sempre parlato.
La rappresentazione fu fatta da un gruppo di amatori locali nel
Metropolitan. Ritornando al discorso che
avevo cominciato, quella mattina parlavamo dello spettacolo che
stavano allestendo, quando bussarono alla porta, andai ad aprire li feci
entrare erano tre giovani una era donna, si
avvicinarono al tavolo dove
il Maestro scriveva e domandò loro: "Che chiedete?" uno di
loro disse: "Stiamo raccogliendo firme per una petizione
contro la televisione che porta i filmus nelle case, così
facendo farà morire il
cinema!" Lui gli rispose: "Chi se ne frega! Andate via che io
non aderisco a questa vostra iniziativa, il cinema ha danneggiato me
che ho sempre
vissuto con il teatro
da quando sono nato, ed è bene
che oggi la televisione
faccia morire il cinematografo, viene pagato con la stessa moneta, spero
che finiranno presto quegli
speculatori che hanno
combattuto i teatranti, andate!" i ragazzi mogi se ne andarono
senza fiatare. I rigattieri furono puntuali, il
giorno fissato si presentarono con due camion, caricarono quello che
gli interessava lasciando
scene e copioni (manoscritti che avevano più di cent'anni) questi
ultimi furono
distrutti dal fruttivendolo Ciro Palomba conosciuto
come "Ciro
Cannellino". Finito l'operazione di carico
i due compratori salirono
in casa del
Buonandi per legalizzare la compravendita, lui era a letto quella mattina non si sentiva
tanto bene, i rigattieri consegnarono il danaro e
chiesero la firma di
quietanza, la moglie portò
il foglio per farlo firmare al maestro
non dava più segni di vita. Urla, lacrime scompiglio in
quella casa, i
compratori avevano fretta
di andarsene e fecero firmare
al figlio Pasquale. Fu un colpo troppo forte per il
maestro, non si rassegnava a una realtà che camminava con grande
sviluppo dell'elettronica, dove i pupi non servano più.
Forse la nostalgia o il dispiacere gli avevano accorciato la
vita. Il giorno 20 Settembre 1961 si calava per sempre il sipario
dell'opera dei pupi a Torre del
Greco. Alfredo Buonandi era l'ultimo di una dinastia tra i più bravi di
quei tempi, è si può dire
che con lui muore l'opera di pupi napoletani. |
L'arte dei pupi era condotta a carattere famigliare, quasi tutte le compagnie esistenti erano così. La famiglia Buonandi era la più numerosa, sei capostipite tra fratelli e cugini, (non ricordo il grado di parentela tra loro), non ho conosciuto i capostipite, ma quelli con cui ho lavorato e da loro ho saputo i nomi dei genitori, eccovi l'elenco generale, (per gli spostamenti e le destinazione "vidi Pagine Dell'opera dei Pupi Napoletani). I capostipiti, Domenico, Filippo, Salvatore, Gennaro, Pasquale. Attivi della metà del 1800 ai primi del 900. I "figli", Giovanni, figlio di Domenico, aveva il cognome errato un errore all'anagrafe (quando scriveva con la penna inzuppata nel calamaio) gli avevano attribuito una vocale in più, quindi si chiamava Abuonandi e non Buonandi. In famiglia lo sapevano tutti, Giovanni (Zi Giuvanni) continuò l'arte di suo padre con il teatro viaggiante, si spostava per le regioni, alla fine si stabilì a Taranto, era pupante pittore, scenografo e cartellonista. Maria figlia di Filippo sposò a Francesco Verbale (costui s'insegnò l'arte dei pupi per amore) un l'oro figlio "Ciro" continuò l'attività dei Genitori. Alberto, Angelo e Salvatore, figli di Gennaro si stabilirono a Portici (NA) dalla fine del XIX secolo. Il teatro era ubicato al Corso Umberto I a Portici, fino agli anni trenta, ricordo bene quel teatro perché insieme ad un altro ragazzo portavamo e prendevamo i cartelloni che si scambiavano tra cugini, tutto questo si eseguiva con il carico sulle spalle andata e ritorto a piedi da Torre del Greco a Portici, due tre volti alla settimana. Salvatore, Giuseppe, Angela, figli di Salvatore, rimasero a Napoli. Giuseppina, Salvatore, Pasquale, Alfredo figli di Pasquale, già detto come e quanto vennero a Torre del Greco. |