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Pag. 2 - I 2 STEVE |
I DUE STEVE |
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Apple I - 1984
era in una scatola di legno, e la motherboard era
costruita attorno il microprocessore 6502, il più economico che Woz fosse
riuscito a comprare.
La rivalità tra i due responsabili iniziò ad
acuirsi per colpa dei continui disaccordi su
questioni cruciali. Nel 1982, Jobs decise di
assumere la direzione anche della sezione
software. Raskin si rese ben presto conto che
non avrebbe mai potuto tenere testa al suo
carisma. Si dimise e gli lasciò definitivamente
lo scettro. «Jef Raskin e Steve Jobs sono due
egocentrici», ricorda Dan Kottke, un altro
membro del team. «Jef sarebbe potuto restare,
se non si fosse messo contro Steve. Ma è troppo
ferreo su certe cose. Non riesce a starsene
zitto». Jobs e Markkula chiesero a Raskin di
ripensarci, offrendogli la leadership di un
nuovo settore di ricerca, ma lui restò
irremovibile. Apple I - 1976 L’artefatto conteneva tutto il necessario per funzionare come un computer, ma bisognava aggiungere una tastiera, un alimentatore e, soprattutto, un terminale video. Benché l’aspetto fosse quello di una scheda piena di condensatori e circuiti, i due inventori dimostrarono che il loro primo computer, battezzato Apple I, poteva competere con i modelli commerciali in vendita sul mercato: le capacità dialettiche di Jobs bastarono a convincere un venditore di computer, che ordinò 50 esemplari. Per acquistare i componenti necessari alla costruzione degli Apple I Steve Jobs vendette il suo furgoncino Volkswagen, mentre Woz si liberò di due terminali Hewlett Packard. La consegna degli Apple I avvenne con un giorno di anticipo rispetto agli accordi: dopo quell’occasione furono venduti altri 150 esemplari dell’ Apple I. La prima dimostrazione pubblica avvene il 28 agosto 1976: non fu di grande successo, e i due furono quasi costretti a dichiararsi falliti prima ancora di ufficializzare la loro società. Woz, tuttavia, portò un prototipo di quello che sarebbe stato l’ Apple II: fu questo ad attirare la curiosità disinteressata di migliaia di persone. Qualche mese dopo avvenne la svolta: Jobs e Wozniak furono contattati da alcuni investitori che decisero di finanziare la società: da quel dopo la Apple Inc. fatturò qualcosa come 140 milioni di dollari (era il 1978). Dell' Apple I quindi, furono venduti solo 200 pezzi,
montati spesso in scatole di legno dalle forme più disparate: malgrado
l’aspetto, che forse li rende ancora più ricchi di fascino, i primi
Apple I costituiscono dei veri e propri reperti, rincorsi dai
collezionisti e adorati da chi li possiede. Ma ancora più incredibile
è la storia di due giovani che, con pochi dollari e molta fantasia,
fecero tremare i colossi dell’industria elettronica, diventando di lì
a poco plurimiliardari. Al contrario del suo predecessore, l' Apple I, questa seconda creatura si presentava in un elegante case di plastica, disegnato dallo stesso Jobs: il desiderio di realizzare con l' Apple II un computer non solo funzionale, ma anche bello da vedere è stato da sempre un requisito fondamentale nell'intera produzione Apple. Inoltre, l'architettura "aperta" dell' Apple II permetteva di ampliare le risorse del computer utilizzando schede progettate da altri produttori: in questo modo le periferiche disponibili aumentarono ed il software dedicato si arricchì notevolmente. La versione successiva, denominata "Apple IIe" (enhanced), sfoggiava un numero ridotto di circuiti integrati ma una potenza e versatilità maggiori. L' Apple II è insomma il capostipite di quella lunga serie di home computer destinati a cambiare le abitudini di molti giovani (e non) degli anni '80. Apple III - Nel 1980 con il successo consolidato del mercato e l'annuncio dell'ingresso di IBM nell'arena del PC, Apple presentò un computer per gli uffici: |
Realizzato con un po’ di arroganza in tempi troppo
brevi, raggiunse il mercato quando non era ancora completamente
funzionante. Anche dal punto di vista software Apple III soffrì della mancanza di compatibilità con Apple II. Anche se il processore era lo stesso, il 6502 a 1 MHz, il nuovo sistema operativo, significaticamente SOS (sophisticated operating system), era incompatibile con il DOS. In più la mania di segretezza di Jobs fece in modo che al suo lancio nessuno sviluppatore avesse scritto software specifico. Si può ben dire che i difetti di Jobs per gli anni a venire fossero già ben sottolineati da Apple III. Apple Macintosh 128Questo è il primo glorioso esemplare di Apple Macintosh. Presentato ufficialmente alla stampa americana il 25 gennaio 1984, prende il nome dalla varietà più gustosa di mela americana. La caratteristica rivoluzionaria di questo computer era la straordinaria praticità: nessun cavo esterno se non quello dell'alimentazione, concetto seguito ancor oggi con i nuovi prodotti Apple. Anche il suo aspetto estetico fu argomento di critiche ed elogi: la forma compatta e monolitica dell' Apple Macintosh è rimasta in ogni caso nell’immaginario collettivo legato ai computer dell’epoca, e ha distinto fin dall’inizio l’attenzione che la Apple ha dedicato al design dei suoi prodotti. Il primo Apple Macintosh era potentissimo, 128 Kb di RAM ed un processore Motorola 68000, lo stesso montato sui Commodore Amiga. Il microfloppy drive della Sony aveva una capacità di 400 kb, ed il video aveva una risoluzione di 512x342 punti. Ma ancor più importante fu l’implementazione di un sistema operativo basato su finestre e icone, già sperimentato sul modello LISA: questa scelta rese estremamente facile l’utilizzo dell' Apple Macintosh, permettendo all’utente di gestire in maniera intuitiva ogni singola operazione. Il primo Apple Macintosh fu insomma uno dei più grandi successi della Apple: soprannominato scherzosamente "E.T.", nel momento di massimo splendore ne veniva prodotto uno ogni 27 secondi.ù
In piena epoca “Open Macintosh” l’ultima incarnazione di Mac Plus fu Macintosh Classic, il Macintosh dall’aspetto “classico”. Dopo un primo modello reso lento dalla difficoltà di gestire System 7 utilizzando un microprocessore Motorola 68000, uscì l'ottimo Classic II, la perfetta Works machine, una sorta di SE/30 dalle componenti e dal prezzo decisamente più economico. Era una splendida macchina, ma ebbe vita breve per fare spazio ai modelli LC (la fortunata serie Low Cost) e ai Performa. Uscito fuori tempo massimo, Classic Color è un piccolo Mac compatto con uno schermo Sony da 10 pollici, a 256 colori. Non poteva sostenere la concorrenza di prezzo del Macintosh LC II, che vantava uno schermo da 13 pollici, ma è sicuramente uno dei computer più belli di tutti i tempi. L’estetica, il blasone e il breve periodo di commercializzazione ne hanno fatto una macchina da collezione. Non c’è nulla di più post moderno e Cybernetico di un Mac Classic Color in soggiorno o in cucina…
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