inevitabilmente al centro di un eliocentrismo
gigionesco o di un egocentrismo assolutista da genio incompreso.
Dividevamo con loro le illusioni, le gioie fittizie, l’orgasmo
spasmodico all’apparire della prima copia del manifesto o del depliant
relativo al loro singolare operato. Ah, questa mania dell’animale uomo
di primeggiare e di sentirsi inimitabile! Tutta brava gente, in fondo,
tutti cari amici, soggiogati dall’allucinazione del sogno mirifico
della trasfigurazione artistica. Nulla tolgono, però, queste
osservazioni all’operato di questi simpatici facinorosi estremisti
dell’arte, il cui giudizio peculiare non mi compete. L’aspetto
psico- caratteriale dell’artista è estraneo
alla valutazione delle sue opere. Quanti visi in deliquio! Misteriosa
forza della Tipografia, sempre legata a tutti i generi artistici! Ma
sono passati nella mia bottega anche personaggi torresi affermati in
campo nazionale ed internazionale. Forse anche noi, Franco Penza,
facciamo tesoro delle illusioni? Tu che riferendoti a questo lavoro hai
azzardato simpaticamente che il Marinismo rivive nel Mari
la sua nuova epopea? Io la reincarnazione di Gian Battista Marino?
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Non esageriamo, caro amico dei sogni
letterari sempre vividi. Per nostra fortuna prendiamo ancora tutto come un
gioco e non ci immoliamo sotto il giogo di questo spinoso sentiero delle
ambizioni letterarie, nemmeno sotto la forma velleitaria..
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