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 II progresso è una piacevole malattia.
«One times on» - Edward Estlin Cummings

CAP. II

GLI AMANUENSI E LA STAMPA
A CARATTERI MOBILI


C’è, per le scoperte un tempo di maturazione, prima del quale le ricerche sembrano infruttuose. Una verità aspetta per sbocciare la riunione dei suoi elementi.
«Enciclopedie» Jean-Frangoise Marmontel

LO SCRIPTORUM

Tutti sappiamo, oramai, che furono i monaci medioevali i maggiori amanuensi della storia. Lo scriptorum era un’officina scrittoria fornita, come nelle aule scolastiche, di regolari sgabelli. Assorti nel loro lavoro, i certosini, e il caso di dire, sbuffavano quando, probabilmente, secondo il rituale, un collega si affacciava sull’uscio per rammentare il

memento mori. Dal momento che non era stato ancora inventato il vetro, si dice che i poveretti incontrassero molte difficoltà durante il lavoro. Sebbene adoperassero oggetti adeguati per fermare le scartoffie, non vi erano, purtroppo, le aspirine per combattere i frequenti raffreddori. I cenobiti, in genere, non erano avvezzi a tabacco e a Venere, ma in quanto a Bacco... Altro che prevenzione dei malanni! Poi, grazie all’avvento della carta oleata, gli amanuensi trovarono maggiore difesa contro le scalmane. Si dice che i monaci, tra l’altro buone forchette, divorassero bulimicamente, date le diverse astinenze, pecore e selvaggina, scuoiate allo scopo di ricavare la materia prima per fabbricare il supporto destinato alla scrittura. Alcuni religiosi fungevano pure da miniaturisti per disegnare quelle complesse maiuscole e per illustrare qua e la i codex. Vi erano dei testi cosi estesi e complicati che spesso non bastava 1’intera vita di un amanuense per realizzarne una copia. Prima ancora che sorgesse la copiatura laica quasi tutti i testi, non teosofici, venivano burattati da dissolutezze ed impudicizie. Per fortuna il Decamerone non cadde