Sarebbe stato ancora condizionato ad oziose controre
nei dedali spagnoli, negli androni sgraziati e disadorni dei centri
storici di provincia, nell’acre delle fatiscenze, là dove visi
olivastri statuavano assisi, in un’etra infestata da aculeati
frugiferi (scusatemi i termini dell’epoca). Non si sarebbe diffuso,
certo, alla fine del XIX secolo il famoso Monsignor Perrelli, che
dettava i primi veri spunti o sputi, se più vi piace, polemici ed
anticonformisti, in contrapposizione ai millenni di oppressione
stagnante, allineandosi ai grandi. meni riformatori: del pensiero
scientifico del secolo scorso, se Gutenberg non fosse nato. E, d’altro
canto, come si sarebbero diffusi gli spunti de’ Il concetto dell’angoscia
di Kierkegaard o i Tre saggi sulla sessualità di Freud, o ancora
le crude, assideranti “verità” dell’elegiaco Leopardi o
del caustico Nietzsche? Insomma, come avremmo fatto a vivere
ancora peggio attraverso il doppiotaglio della conoscenza? Il vecchio
saggio napoletano diceva: chi capisce patisce. Se Gutenberg non
fosse nato, Antonio Scarfoglio non avrebbe potuto pubblicare il primo
rotocalco d’Italia Il Mattino Illustrato, del
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1924, perché la moderna, meccanizzata versione della
vecchia calcografia, non avrebbe potuto beneficiare della composizione
alfabetica dei caratteri mobili. Se quel calabrese di tedesco,
volitivo e testardo come tutte le persone geniali, non fosse esistito, ce
la saremmo sognata a Napoli la rinomata Emeroteca Tucci e la
Biblioteca Nazionale ai Cavalli di Bronzo (Largo Castello) che nacque
con la raccolta farnesiana di Carlo III di Borbone e arricchita con la
fusione di altre biblioteche napoletane. (Non tutti i campani sanno che si
tratta di una delle più importanti biblioteche d’Europa, dove è possibile osservare, oltre ai famosi Papiri di Ercolano,
incunaboli, manoscritti e codici miniati di diversi orientamenti
culturali). Grazie a Nonno Gutenberg la nostra Napoli ha potuto sfoggiare
anche le sue tradizioni culturali, riallacciate anche alla vecchia Scuola
Salernitana. Ah, costa campana, perché ti sei europeizzata (l’accezione
non è quella relativa all’unione europea, alla moneta comune, ecc.,
siamo negli anni 80. N.d.r.), perché ti sei deturpata nell’urbanistica?
Leggiadra fetta di ecumene principe che va
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