Cap. 2 - Pag. 78   

Cap. 2 - Pag. 79                                      

e non andava errato. Fu l’ideatore, in nuce, tanto per stare in tema di latino, di ciò che oggi chiamiamo le collane economiche. Ne produsse una gran quantità (saggiamente non ci affermano quante) il cui basso costo favoriva la diffusione. Si dice ancora che Aldo Manuzio avesse una particolare sensibilità artistica, cosa raramente presente in chi ha molto fiuto per il danaro. Penso di condensare gli scritti per economizzare carta e inchiostro e per rendere i libri più maneggevoli ma nello stesso tempo non trascuro di offrire una lettura gradevole, per questo si fece disegnare da FRANCESCO GRIFFI il famoso corsivo detto appunto delle edizioni aldine. Il corsivo, (inclinato) in genere, viene detto anche italico dai fabbricanti internazionali di macchine da scrivere con riferimento al carattere di Griffi. L’arte della stampa si affermò mano mano non solo in Italia, ma in tutto il mondo occidentale. Nel 1700 emigrò oltreoceano. Nel Nuovo Mondo ne fu pioniere BENIAMINO FRANKLIN di Boston, che fondò inoltre una cartiera, una grande biblioteca, e stampò la Pensylvania Gazetz, il primo giornale americano,

e scusatelo se è poco. I plutocrati sono sempre esistiti, non mi spiego, però, come mai, i Berlusconi e gli Agnelli non nascano mai a Napoli. Nello stivale le tipografie si diffusero in modo sorprendente, non certo nella misura in cui si sono diffuse in Campania ai giorni nostri. Ma in entrambi i casi, oggi come allora, si verifica il fenomeno del regresso qualitativo per motivi di concorrenza. Le arti grafiche subirono, per una ragione o per l’altra, una sia pur leggera flessione negativa e persero alla fine del 1700, un po’ del loro prestigio relativo alla prima affermazione del secolo precedente. Anche questo si dice, che a sollevare il tenore della tipografia italiana dal 1700 in poi fu GIANBATTISTA BODONI, da cui il famoso carattere Bodoni. Egli rappresento un’altra pietra miliare nel lento cammino della stampa italiana. Non solo valorizzò di nuovo la nobile arte, ma la miglioro nell’estetica portandola a fastigi mai raggiunti. Erano lontani, oramai, i tempi in cui i libri venivano considerati delle imitazioni.
Napoli, purtroppo, figura raramente nella storia italiana della stampa, se non per un riflesso culturale