e non andava errato. Fu l’ideatore, in nuce,
tanto per stare in tema di latino, di ciò che oggi chiamiamo le collane
economiche. Ne produsse una gran quantità (saggiamente non ci
affermano quante) il cui basso costo favoriva la diffusione. Si dice
ancora che Aldo Manuzio avesse una particolare sensibilità artistica,
cosa raramente presente in chi ha molto fiuto per il danaro. Penso di
condensare gli scritti per economizzare carta e inchiostro e per rendere
i libri più maneggevoli ma nello stesso tempo non trascuro di offrire
una lettura gradevole, per questo si fece disegnare da FRANCESCO GRIFFI
il famoso corsivo detto appunto delle edizioni aldine. Il
corsivo, (inclinato) in genere, viene detto anche italico dai
fabbricanti internazionali di macchine da scrivere con riferimento al
carattere di Griffi. L’arte della stampa si affermò mano mano non
solo in Italia, ma in tutto il mondo occidentale. Nel 1700 emigrò
oltreoceano. Nel Nuovo Mondo ne fu pioniere BENIAMINO FRANKLIN di
Boston, che fondò inoltre una cartiera, una grande biblioteca, e
stampò la Pensylvania Gazetz, il primo giornale americano,
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e scusatelo se è poco. I plutocrati sono sempre
esistiti, non mi spiego, però, come mai, i Berlusconi e gli Agnelli non
nascano mai a Napoli. Nello stivale le tipografie si diffusero in modo
sorprendente, non certo nella misura in cui si sono diffuse in Campania ai
giorni nostri. Ma in entrambi i casi, oggi come allora, si verifica il
fenomeno del regresso qualitativo per motivi di concorrenza. Le arti
grafiche subirono, per una ragione o per l’altra, una sia pur leggera
flessione negativa e persero alla fine del 1700, un po’ del loro
prestigio relativo alla prima affermazione del secolo precedente. Anche
questo si dice, che a sollevare il tenore della tipografia italiana dal
1700 in poi fu GIANBATTISTA BODONI, da cui il famoso carattere Bodoni.
Egli rappresento un’altra pietra miliare nel lento cammino della stampa
italiana. Non solo valorizzò di nuovo la nobile arte, ma la miglioro nell’estetica
portandola a fastigi mai raggiunti. Erano lontani, oramai, i tempi in cui
i libri venivano considerati delle imitazioni.
Napoli, purtroppo, figura raramente nella storia italiana della stampa, se
non per un riflesso culturale
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