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Cap. 4 - Pag. 126 |
Cap. 4 - Pag.127 | |||||
inferma, terrorizzata in cantina, dall’ossessione culturale dell’irreversibile destino di finibilità della vita umana. Aggredire e prevaricare nell’illusione di potenza fittizia, scaricando sui deboli e gli oppressi la dannazione del proprio destino di mortali. La minaccia atomica esclude, inoltre, il palliativo della continuità ereditaria con eventuali intercessioni salvifiche. La finibilità individuale o collettiva senza sorta di palingenesi, la massima espressione della pochezza e dell’impotenza dell’animale uomo. I caratteri di piombo fuso stampano l’ultimo cuore di Napoli, la capitale di una razza che, per ultima ha resistito alla faccia negativa del progresso. Ho usato l’aggettivo negativa, e non esiziale, per evitare di trasformare questo libro nell’Apocalisse biblica, dato il ricorrente tema della morte. Ma cosa volete, l’ho chiarito nella prefazione che la parte letteraria del lavoro veniva stesa sotto un’ottica psicosociale. Ebbene due sono i temi centrali della psiche: la morte ed il sesso. Del thanatos avrete gia piene le... tasche; riguardo il sesso, potrete attingerlo nei brevi aneddoti sul comportamentale napoletano passim lungo il testo. |
LA LINOTYPE |