Da
Malaparte in poi questa moda si è infervorita, giornalismo, televisione
e cinematografo hanno sempre insistito su questo dualismo. Non esiste un
popolo di individui bianco-neri. La bontà e la cattiveria spesso sono
delle condizioni mentali aleatorie, latenti in ogni individuo. La
malvagità consueta e presente nella minoranza, che, purtroppo,
talvolta, per motivi epocali, acquista sonorità proprio perché ha
carattere incidentale, quindi desueto. Il popolo napoletano è una razza
di Esposito, nel senso
politico. Dominato dieci, cento volte nella storia, non appartiene ad un
ceppo genealogico monogamico, politicamente parlando. Il suo retaggio
storico e la precarietà. Quando si affacciano nuovi mali comuni di
stampo socialpolitico dice tra se: ecco, ci risiamo, come si chiamano
questa volta, austriaci, borboni, multinazionali, associazioni a
delinquere? Pazienza, il Signore ci indica il modo adeguato per convivere! Chi sono
stati i genitori sociali, i fratelli storici con cui questa razza si
doveva identificare? Chi ha seguito le fasi evolutive psicologiche di
questo popolo?
Il popolo napoletano viene da radici storiche di
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oppressione
e di tanto in tanto, ancora oggi fa qualche masaniellata. Forse è giusta
la retorica, caro Croce buonanima, quando recita con Charles Peguy:
Ogni padre sul quale il figlio alza la mano è un padre colpevole.
Colpevole di aver fatto un figlio che alza la mano su di lui. Lungi da
me ogni intenzione scolastica o messianica, la giustizia, la felicità
sono utopie come i messianismi politici e religiosi. L’uomo ha ricevuto
la sua diabolica condanna da Dio: la ragione; e la ragione è tollerabile
solo nell’ignoranza e nella contraddizione. Tutti coloro che si elevano
sopra questo stadio sono degli illusi, perché credono di esorcizzare
l’impotenza circa il loro insoluto esistenziale con teorie che sono ben
lungi dal risolvere il mistero della vita e della morte. Proprio per non
cadere nel messianico non dirò di sospettare che la nostra pace e la
nostra serenità potrebbero cominciare appena dopo la pace e la serenità
dell’ultimo degli uomini, perché mai si fa il punto sul senso di colpa
collettivo inconscio delle società agiate, rispetto al terzo mondo.
Vi fu
un altro Diacono, questa volta Giovanni, storico cristiano, che lavora su
diversi codici.
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