Un terzo
Diacono, detto il napoletano, complice un’altrettanta
notevole opera filologica e traduttiva. Dal IX al X secolo la cultura
napoletana era ancora prevalentemente religiosa. In questo periodo
sorsero a Napoli molti monasteri benedettini, quindi altri scriptorum. L’ora et labora,
per i monaci, consisteva essenzialmente nel copiare migliaia di codici
destinati ad arricchire sempre più le biblioteche ecclesiastiche. Non
c’era monastero, a Napoli, che non avesse la sua magnifica biblioteca,
ricca di pergamene e codici miniati. Solo nel periodo normanno la
cultura napoletana prese una svolta, anche perché la letteratura
primitiva venne offuscata dall’insorgere di nuove forme, che allora
avranno avuto carattere di sperimentazione. La cultura dottrinale,
basata sulla dinamica della cogitazione, suggeriva nuove dimensioni di
letteratura. Già si parlava di
medicina e teologia. Nacque la Scuola Medica Salernitana, i cui studiosi
furono i precursori della ricerca scientifica moderna. La Scuola
Salernitana ebbe carattere planetario, nei limiti del vecchio mondo,
naturalmente. Dovunque, questi studiosi, esercitavano la professione di
medico.
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A pensarci
bene questo interesse dei campani per la medicina è un retaggio storico, a
giudicare da un medico per famiglia
dei miei torresi e dallo affollamento della facoltà di Medicina
dell’Università di Napoli. Dapprima, in questa fucina di scienza e
cultura, si traducevano in latino opere arabe. Nel periodo normanno,
intorno al XII secolo, assunse carattere prioritario la scienza medica.
Dai Curiales, testi di questa
letteratura, a mezza strada tra la medicina e la poesia, si affermò
addirittura un tipo di scrittura, la famosa
curialesca napoletana. Il XIII secolo fu il periodo della decadenza di
questa importante istituzione scientifico-letteraria. «Se vuoi star bene
- dice una delle ricette del Regimen
Sanitatis - fuggi dalle cure intense e continue, non adirarti mai,
futteténne,
(come dissero a S. Gennaro i napoletani moderni quando volevano
declassarlo), scaccia la passione intensa. Ma accosta il labbro ai calici
di Bacco molto sobriamente; godi di tutto il cibo, ma in abbondanza, un
bel sonnellino al pomeriggio. Non trattenere ne orina ne scorregge. Così
vivrai felice e lunga vita». Come attingono lontano le origini
caratteriali del mio popolo.
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