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persone proprio da me siete venuto a cadere?». 
I vesuviani non amano la serietà, figuriamoci la seriosità, e nemmeno l’austerità, sa di dominazione. I napoletani, da secoli, hanno messo in pratica una citazione di Marc’Aurelio: Nulla accade all’uomo che la natura non l’abbia fatto capace di sopportare. Ebbene, nessun popolo al mondo, in passato, è stato capace, come il nostro, di sopportare tanto spadroneggiare. Il popolo festaiolo di ieri si difendeva trincerandosi dietro l’ottimismo che dice: O mangi questa minestra..., o sotto l’egida della Divina Provvidenza. La frequenza, però, dei mutamenti gestionali di potere alimentavano la speranza di un definitivo riscatto. E’ chiaro che oggi, economicamente e dignitosamente, rispetto al passato, stiamo nel ventre della vacca, alienazione generale a parte. E sebbene i problemi dell’uomo moderno siano più di natura psico- esistenziale che politica, è sempre attraverso la politica che la massa pensa di uscirne. Oggi la stasi politica internazionale stagnata dal deterrente atomico e la caduta dei sostegni psichici fatti di ideali politico-religiosi, hanno incrinato l’atavica risorsa del

popolo partenopeo di scivolare filosoficamente su tutti i problemi politico-sociali. La linfa vitale delle piedigrotte, dei megapellegrinaggi a Pompei o dalla Mamma Schiavone, le crapule bulimiche che fanno pranzo e cena una cosa sola non fagocitano più l’angoscia. L’equilibrio psichico secolare si incrina. Il fine settimana importato dall’estero, i party a base di alcool e sniffate del sabato sera rientrano nella routine del tempo libero campano, ma si rivelano una effimera ed insufficiente panacea rispetto le evasioni di una volta, come le passeggiate salutari, le lunghe chiacchierate rionali a centro strada, interrotte di rado da un omnibus, o le catartiche periodiche domenicali, dove venivano favoriti gli ingenui contatti sentimentali, i quali costituivano il preludio delle unioni monogamiche vecchia maniera, l’epilogo della maggiore commedia umana, la famiglia intesa, questa, come struttura formativa risalente alle più antiche culture. E’ insufficiente mezzo secolo per suggerire alternative ad istituzioni che sono nate con l’uomo, mai compromesse nei millenni. La diffusione della stampa, come il resto dei mass-media, è colpevole della generale confusione mentale,