perché
le pressioni sociali esterne relative al progresso materiale repentino e
all’evoluzione delle scienze positive, per lo più asservite alle
asettiche leggi di mercato, hanno disfatto gli appigli ideologici, unico
medicamento dell’universale, antichissimo interrogativo esistenziale
dell’uomo. Gli inviti e le partecipazioni, per fortuna, sono ancora
numerosi nella terra vesuviana, dove, tra l’altro, le metastasi
dell’incancrenimento edonistico di carattere commerciale sono ancora
per il momento contenute, tranne che nei centri con alto reddito. Da noi
ancora non è diffusa in toto
l’ipocrisia tipica di quel
compromesso notarile a cui assomiglia l’unione monogamica moderna
che coglie in pieno l’assunto di tutte le regole negative delle
famiglie destinate a disgregarsi sul nascere. Molte unioni legali sono
basate su una convivenza di comodo di carattere egoistico o su effimere
basi terapeutiche atte solo a compensare squilibri personali, quindi
destinate al fallimento. Ogni individuo adulto, pero, è in diritto di
decidere, in ultima analisi, sul fallimento o sul successo della propria
esistenza, già meno di quella del partner, ma è delittuoso imporre
angherie e
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disadattamenti
nevrotici sulla pelle di coloro che non chiedono di nascere.
Mi salva dal sentore messianico il sospetto autobiografico di queste note,
ma è ora di tagliare corto con la digressione, introducendo argomenti di
natura diversa relativi agli stampati popolari, che sono così vicini alla
sfera emotiva dell’uomo. Le partecipazioni di nozze, nascita, Prima
Comunione, ecc. vengono generalmente prodotte da ditte specializzate che
servono tutto il territorio nazionale. Da questa gamma vastissima il
tipografo, in collaborazione col cliente, decide per la scelta e si assume
il compito di completare i prestampati con le notizie fornite
dall’avventore. Questo lavoro, apparentemente semplice, richiede una
buona competenza e molto gusto, perché una cattiva associazione di
elementi grafici nel pre e post- stampato causerebbe distonia e
sgradevolezza. L’avviso
murale urbano, il più grosso stampato delle tipografie artigiane, viene
realizzato in macchina pianocilindrica di vecchia fattura, vale a dire con
assenza di automatismi, dato le basse tirature, e con i tradizionali
caratteri mobili di piombo e di legno.
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