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Nella
mia terra vesuviana sono molto diffusi gli avvisi murali di decesso. Non
sappiamo soffrire ancora da soli. Disdegnamo, chissà ancora per quanto,
la massima di Mark Twain: Il
dolore può bastare a se stessi, ma per vivere a fondo una gioia bisogna
dividerla con gli altri. La solidarietà contro gli oppressori ci
insegnava a fare tutto insieme. Uno stampato, l’avviso di lutto, non
molto frequente nella mia bottega di Via Purgatorio a causa
dell’emotività della mia consorte Rosaria, la quale, puntualmente, si
scioglie, all’atto della commissione, in elegiaci convenevoli con il
richiedente. |
pubblicitaria. Di questi stampati si fa largo uso
nel circondario vesuviano, nella metropoli e nei centri più densi di
popolazione. Questi siti palpitano di iniziative culturali di livello
popolare. La produzione è favorita pure dal clima e dalla maggiore
tolleranza sull’imbrattamento urbanistico. E’ probabile che la natura
di questi stampati abbia avuto origine proprio sotto il Vesuvio, dove le
tradizionali feste popolari hanno radici addirittura pagane. L’ambiente
colorito e climaticamente confortevole della strada contribuisce al
perpetuarsi di questi esternamenti dionisiaci, dove si vedono planare
sulle teste aligeri messaggi, là dove, quando sono di carattere religioso,
sembrano provenire, dedaleggiando, dai meandri del cosmo, proprio
dall’aldilà. |