costante controllo dell’operatore che eviterà
innanzitutto attacchi impropri dell’acido al fianco dei rilievi in
formazione. Quando l’incisione chimica avrà raggiunto la profondità
desiderata il cliché è bello e pronto per la stampa. Esso avrà
l’aspetto del bassorilievo di un comune timbro, laddove gli elementi
grafici sono disposti a rovescio e in rilievo e le parti bianche (sulla
carta) sottoposte.
IL RETINO
DEL CLICHE' TIPOGRAFICO
Fin qui abbiamo appreso che i segni in superficie del cliché raccolgono
il colore dai rulli inchiostratori delle macchine tipografiche per
trasferirlo sulla carta, similmente alla funzione del rilievo dei
caratteri mobili. Le zone più basse che costituiscono la base dei
rilievi di stampa non sfiorano i rulli e risultano bianche sulla carta.
Ma come si ottengono le tonalità di grigio in una foto stampata? Se
proviamo a tracciare su d’un comune foglio bianco tanti puntini
precisi ed equidistanti tra loro noteremo che alla distanza di qualche
metro essi scompariranno dal nostro controllo visivo ed apparirà una
zona di una distinta tonalità di grigio. Più piccoli e distanti
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saranno i puntini, minore sarà l’intensità del
grigio. Per ottenere un grigio piuttosto scuro dobbiamo tracciare dei
punti più nutriti e più accostati. I punti addossati o fusi formano il
nero. Se queste tracce vengono articolate in relazione a delle figure
otterremo una rudimentale immagine tipografica da giornale.
Il clichè
riproducente una fotografia ha lo stesso principio del nostro puerile
esperimento, è composto da parti microscopiche totalmente nere o bianche,
quindi alte e basse. Il segreto sta nella caratteristica microbica dei
mirmifici puntini, che non vengono percepiti ad occhio nudo come tali, ma
quali zone grigie più o meno scure che vanno appunto dal bianco al nero.
Un clichè di una foto, detto a mezzatinta, presenta, nella sua struttura, una miriade di punti
di microbica dimensione a diversa distanza da loro: piccolissimi e
distanti nelle zone chiare; più sostenuti e ravvicinati in quelle medie;
quasi uniti nelle parti scure. Nelle zone nere sono fusi assieme e si va
nel fondino tipografico. Quindi
l’omogeneità dell’inchiostro distribuito dai rulli viene rotta dalle
differenti zone di presa del
clichè.
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