A scomporre l’immagine in punti, in sede foto-
meccanica, è il retino,
costituito da un supporto dello spessore vario, a seconda se si
tratta di retino a distanza o a contatto. Il retino a contatto, molto
diffuso e pratico, è spesso quanto una pellicola è altrettanto
flessibile, nella cui base semitrasparente appaiono fittissime serie di
linee orizzontali e verticali, l’incrocio delle quali forma i punti che
allo statodi retino sono tutti uguali. Essi si
assottigliano per riflessione ottica della luce in fase di ripresa lungo
le parti chiare dell’immagine; al contrario nelle parti scure si
ingrossano perché la luce riflessa è minore.
Il retino viene
anteposto, a stretto contatto (sottovuoto), alla pellicola vergine in
fase di ripresa o nei passaggi da negativo in positivo e viceversa. I
retini vanno da un minimo di 25 linee a cm. quando il cliché è
destinato ad una carta ruvida come quella dei giornali; 40 linee per
carte collate e lisciate, fino ad 80 linee ed oltre per le carte
patinate. L’offset consente un maggior numero di linee del retino,
perché il sistema trasferisce solo un sottile velo di inchiostro ed
evita l’impasto dei punti. Il retino 25
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linee dei giornali è visibile ad occhio nudo come la
luna ed il sole. Per osservare bene una retinatura oltre le 60 linee è
necessaria una buona lente d’ingrandimento.
I
TIPOGRAFI DIPENDENTI
NEL NAPOLETANO
La stampa di foto a colori (policromia) come avviene?
«Attraverso
quattro immagini retinate sovrapposte» rispose Giorgio ad un mio
cliente. Io non ho mai conosciuto un artista più sincero, autentico,
folle, di Giorgio, né in tutta Torre del Greco, col suo Istituto
d’Arte, ne ad Ercolano, né a Napoli, né in tutta la Campania. Giorgio
era una tavolozza personificata. Erano i tempi in cui il Ministero
della Pubblica Istruzione ebbe delle crisi di coscienza ed istituì
numerosi corsi serali di recupero per anziani e giovani
volenterosi. Era già caduto l’Impero Padrone, almeno nel linguaggio; il
sessantotto a una spanna. Noi giovani campani avevamo in comune il
problema dell’occupazione. Nasceva il posto clientelare e quello da
comperare.
Anelavamo la
sistemazione, per assicurarci la nostra
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