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Cap. 6 - Pag. 214 |
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Si dirà: non vuol dire, ma è mille volte preferibile
un folle buono che un equilibrato malvagio. Giorgio era quello che si
suol dire un vero amico. Egli sfatava l’assioma di Pierre Reverdy:
L’amicizia è una complicità e,quando cessa, l’amicizia svanisce.
Giorgio fu amico sino alla fine. Nel letto di morte cincischiava all’altezza
dei precordi nel tentativo vano di raccogliere un portafoglio che non
aveva mai contenuto più di tre o quattro banconote, voleva ripagarmi
quella gioia che, senza alcuna fatica, involontariamente gli avevo dato
cinque anni prima in quella negletta fucina di maestosi esempi di vita
che e la mia bottega di via Purgatorio. Pensai, in lagrime, quanto basta
poco per rendere felice un uomo rimasto lontano dall’affettata, adulta
sedicenza, un uomo che aveva provato l’ebbrezza di sentirsi grande in
una dimensione bambina. Una parte del mio smisurato amore per le arti
grafiche e dovuta a lui. |
otticamente nelle sue tre tinte fondamentali per venire
ricomposta in sede di stampa con i tre cliché retinati da sovrapporre.
Gli inchiostri fondamentali sono il giallo, il magenta e il turchese, i
quali, fusi insieme grazie alla percentuale differenza dei puntini durante
la sovrapposizione, ricompongono tutti i colori dell’immagine originale,
persino il nero, ricavato con la somma dei tre colori fondamentali. Quando
il nero ottenuto dalla tricromia non e sufficiente si provvede a creare il
quarto cliché del nero, ottenuto con 1’uso di tutti e tre i filtri di
selezione. |