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tempo di morsura per cui gli alveoli saranno meno incavati. La diversa profondità degli incavi determinerà i toni dell’immagine in tutta la gamma dei chiaroscuri. Tutto il cilindro e comunque alveolato in maniera uniforme poiché non e lo spessore degli alveoli che accumulano più o meno inchiostro, ma la loro profondità. Più profondi sono gli alveoli di un tratto, maggiore inchiostro assorbirà la carta. Gli alveoli poco profondi trasferiranno poco inchiostro e daranno zone grigie. L’assenza di alveoli darà il bianco. Il cilindro rotocalcografico viene innaffiato attraverso lo spruzzo di inchiostro liquido, alimentato da una pompa. Il colore, ad essiccazione rapidissima, inonda gli alveoli, mentre una racla deterge subito gli eccessi. Sulla carta viene trasferito solo il contenuto delle incisioni. Per ovviare alla durezza della stampa rotocalco, rispetto alla morbidezza delle immagini consentita dagli altri sistemi, si usa retinare tutto il cilindro rotocalcografico, anche nelle zone totalmente nere costituite da titoli e testo. Le immagini si ammorbidiscono, ma i caratteri piccoli perdono di nitidezza. Se osserverete i caratteri di testo su di una

qualsiasi rivista rotocalco, noterete tanti mezzi puntini specie intorno alle lettere piccole. Con una lente d’ingrandimento distinguerete la retinatura. L’alveolatura, chiaramente, è invisibile. Devo aggiungere che negli ultimi tempi si è tentato con successo di variare i punti del retino relativo alle tonalità, ciò solo nei toni più chiari della scala dei grigi, esattamente fino al 50%. Oltre questa intensità di chiaroscuro agisce solo la profondità degli alveoli. La stampa rotocalco e il veicolo che maggiormente gonfia le edicole. Quando si parla della stampa relativa alle edicole le lettere dell’alfabeto, messe l’una dietro l’altra, formano distanze che bisognerebbe misurarle in anni luce. Per fortuna il linguaggio dei rotocalchi non viene dottrinalizzato ma è conforme ad uno strumento convenzionale di realtà esteriore. Forse il linguaggio più giusto, perché assimilato da tutti. Dice Humboldt: Il linguaggio ha origine ogni qual volta si parla.  Le centinaia di riviste illustrate che settimanalmente affollano le edicole adoperano la lingua d’uso corrente per motivi commerciali, rasentando appena quella letteraria, espressiva o tecnica delle librerie.