tipografi, sia il nipote bottegaio che il nonno
industriale pedissequo al sistema. In più so valutare bene il salto
produttivo e qualitativo delle nuove tecnologie offset, i problemi che
postulo sono di natura diversa e credo di averli abbastanza designati. E’
probabile, devo riconoscerlo, che alcune considerazioni siano piuttosto
soggettive. E’ la deformazione professionale di un bottegaio a mezza
strada tra l’arte applicata e la filosopsicopoesia. Colui che mi vede
operare nella mia bottega artigiana di Via Purgatorio, saltare qua e là,
in quei settanta metri quadrati di terraneo polveroso, tra la
pianocilindrica e la Linotype, fra la pressa dei timbri e la carretta
dei manifesti, sa che ho precluso sul nascere ogni forma di
ambizione incrementizia ed economica. Questa presupporrebbe compromessi
ed intrallazzi che non rientrano nel mio ordine di idee. Un cliente di
Via Montedoro mi dice spesso: Mari, mi sembri Diogene nella botte.
Un altro di Via Cesare Battisti è convinto che io sia affetto da manie di
piccolezza. In tutti gli eccessi vi sono disturbi emotivi, Ogni uomo,
nel bene e nel male risponde coi risultati della sua età evolutiva.
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L’altruismo - dice Roberto Gervaso - non
è altro che il rimorso dell’egoismo. Spesso la bontà e la dolcezza
affettate si celano sotto pulsioni aggressive. Ma cosa vogliamo da
questo povero uomo, da questa scimmia intelligente che sublima la libido
distorta in centomila attività umane. Cosa vogliamo da questi uomini
maschi, forse gelosi della maternità, come la donna del pene, che
esaltano il loro modesto lavoro, che si completano in esso, che
fanno delle loro botteghe, talvolta, tanti covi uterini. Non mettiamoli
tutti nei capannoni insieme ai robot, numerati come carcerati,
spersonalizzati e svirilizzati dalla potenza delle macchine. Salviamoli
dalle conseguenze esiziali della cieca corsa dell’uomo verso il pozzo
senza fondo del desiderio di danaro. Oggi l’utente si rivolge ancora a
noi bottegai tipografi per la realizzazione di carta da lettere e
biglietti da visita. La prima cosa che esige è il contatto diretto col
titolare della bottega. Il lavoro viene discusso, modificato e
trasformato, tra un caffè centellinato ed una Marlboro, che spesso brucia
da sola in un angolo. Talvolta si sfocia in argomenti che esulano dal
lavoro, alla fine si mercanteggia
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