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apparire sul mercato editoriale, anche per la
concorrente stampa rotocalcografica. L’avvento della fotocomposizione
ha ribaltato le cose perché un gran numero di quotidiani le adotta
sostituendole alle rotative stereotipiche tipografiche. E’ chiaro che
le rotative offset da giornale hanno un numero di gruppi stampa relativo
alla quantità di pagine del quotidiano. |
sufficientemente alla diffusione della cultura. Forse
si avvertiva il sentore che la letteratura, per altro diffusa dalla
stampa, potesse aprire gli occhi persino al popolo analfabeta tentato dall’erudizione.
Una cosa è certa: Napoli stagnò culturalmente in una stasi di un paio di
secoli. Per conseguenza la tipografia napoletana fu soffocata sul nascere.
Malgrado tutto, all’arte tipografica partenopea di quel tempo
contribuirono molti nomi illustri dell’Università di Napoli, come
Giovan Tommaso Zanca, Giovan Bernardino Longo, ecc. Vi fu, in seguito,
qualche tipografo famoso come Mattia Canger, ma la maggioranza delle opere
letterarie venivano stampate a Venezia dal famoso Aldo Manuzio. Nacque
anche una editoria napoletana coi relativi librai, ma lo sviluppo era
lentissimo per volontà dei viceré. Certo si era ben lontani dai prodigi
della stampa rotocalco e dal famoso Mattino illustrato. |