in plastica elettrosaldata, vengono decorati a caldo per la
caratteristica di ottima brillantezza che consente il sistema. La stampa
a caldo viene anche praticata su oggettistica promozionale di plastica,
legno, tutti quei materiali, insomma, duttili al calore.
TOTONNO PALLAPPESE,
TIPOGRAFO IELLATO
La sosta letteraria questa volta non ci induce a soggiacere
spauriti sotto le occulte ed enimmatiche teorie come 1’Eros-Thanatos,
e via dicendo, ma ci invita ad una pausa distensiva, dove, comunque
sesso e morte non sono esclusi, dal. momento che si parla di essere
umani. Chi dovesse cogliere solo trivialità e scurrilità nell’argomento
che segue è meglio che volti pagina, con tutto il rispetto per le sue
idee. Ma credo che nessuno si scandalizzi con la storia di Totonne
Pallappese, perché una cosa è la villania da portuale e un’altra
è l’umorismo erotico, anche se licenzioso. E poi, come posso ovviare al
dato di fatto che tutti i colleghi tipografi della cintura vesuviana
siano in un modo o nell’altro avviluppati nella problematica
psicosessuale. Infatti il caso di Totonno è affine, anche se
diametralmente opposto,
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a quello di Giorgio scarafone, precedentemente
narrato. La storia di questo tipografo vesuviano, la cui virilità,
appunto ignea, si rivelava insufficiente, e patetica ed ilare nel
contempo. Un giorno, nella mia bottega di Via Purgatorio dichiarò
pubblicamente che la sua coglia fungeva da guanciale, oramai, alla sua
mentula logorata ed in avanzato stato di atrofia, e gli epididimi
completamente aridi come le dune del Sahara. Non sarebbe il caso di
ironizzare, dileggiando un momentino il povero Totonno, ma il sesso
e il peto sono i temi centrali dell’umorismo vesuviano, quindi prendiamo
la cosa sotto l’aspetto del beneficio sociale di carattere evasivo a
base di flatulenza e sessuomania. Veniamo al sodo, anche se non
sarebbe proprio il caso di usare questa frase fatta, perché Totonno
pallappese veniva insidiato dalla consorte ventiquattrore su
ventiquattro, non escluso le feste comandate, anzi. Lo possedeva sempre e
dovunque, molto spesso nella sua bottega, ad est del Vesuvio, contro le
pianocilindriche, sulle pedane impilate, là dove definire ninfomania,
quella della donna, equivarrebbe ad aggettivare piccolo l’Universo. L’ossessa,
e non sono iperbolico, si
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