Cap. 11 - Pag. 416

Cap. 11 - Pag. 417 

rivelava un’autentica megagalassia erotica in espansione. E poiché non rientrava nel suo ordine di idee la trasgressione monogamica, essendo stata educata dalle teste di pezza, pretendeva il legittimo dovere coniugale solo dal malcapitato, minacciando, spesso, la richiesta d’intervento della Sacra Rota. Quando, ahilui, mi vidi apparire sull’uscio della mia tipografia Totonno, pallido, emaciato, bacucco che più non si può, venticinque chilogrammi abito e scarpe compresi, prognosticai la, quando prima, raccolta dei suoi resti dal suolo, col cucchiaino, per dirla in gergo. Gli dissi che, purtroppo, era condannato a soccombere sotto un assioma legislativo. Nessuna normativa sociale planetaria si oppone all’ottemperanza del dovere coniugale del maschio, da secoli detentore di priorità erotica attiva, anche se in misura da sanatorio. Doveva agire d’astuzia. Una volta falliti anche i tentativi, suggeritile, della pratica onanistica o del bambolo gonfiabile, doveva inevitabilmente ripiegare con un cavillo da paglietta, diventare, ad esempio, pazzo, a cui tutto e tollerato, «Con l’aiuto di Santa Veronica, protettrice anche dei tipografi, caro Totonno, 

dovrai divenire pazzo, e risolvi, tutto ti sarà consentito e tua moglie si guarderà bene dall’usarti violenza». «Io sono l’unico uomo al mondo - rispose Totonno con un fil di voce - che non saprei simulare mai la pazzia, con tutta la debolezza che mi ritrovo addosso mi scapperebbe a ridere... No, non è cosa». «Non devi simulare la pazzia, Totonno caro, devi diventare pazzo sul serio. Lo so che non è facile, ma a parte il fatto che sei sulla strada, basta una spinta e ti verremo a trovare a Capodichino o ad Aversa». Totonno pallappese al solo udire la parola spinta si afflosciò su di una sedia dietro il banchetto d’accettazione: «Solo una spinta ci vuole e poi escodalla porta coi piedi avanti... No... io non discerno più, scambio i testicoli di ciuccio per lampadine elettriche e prendo le sputazze per monete d’argento. Sono un uomo finito, ormai. Mi sono rassegnato, mi piange il cuore, pero, pensando ai ventidue figli miei, potenziali orfanelli». Io postulavo la mia tesi e gli suggerii di coricarsi per qualche giorno, onde guadagnare la giusta energia per mettere in atto 1’espediente, ma alla parola letto