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perché si possono ottenere maggiori finezze di dettaglio, più combinazioni di colori, e la realizzazione di immagini con mezzetinte.
IL LINGUAGGIO OSCURO 
NELLA LETTERATURA
E così, pagina oggi, pagina domani, tra un avviso di lutto ed una partecipazione di nozze, sono arrivato al termine di questo particolare zibaldone. Tenterò ancora l’ultima divagazione, anche se gli argomenti umanitari esposti con linguaggi moderni finiscono con l’apparire freddi ed asettici anch’essi. Soffermiamoci, appunto, sui linguaggi settoriali, i quali rappresentano un problema per gli stessi linotipisti o fotocompositori, un po’ come le lingue straniere, e ripetiamo pure la massima di Rene Clah: Diffida dell’uomo e della sua mania di fare nodi. Una delle tante cause che hanno riallontanato 1’uomo medio dalla lettura in genere è la deliberata ricerca del gergo complicato di molti scrittori sia di testi letterari che tecnici, al di là della prosa sperimentale, della poesia ermetica e della stessa critica letteraria, la quale, a mio modestissimo avviso, serve solo, nelle prefazioni di libri delle 

collane economiche, a scoraggiare in primis 1’uomo medio dal proseguimento della lettura del testo, per la massiccia macchinosità del linguaggio con articolazioni concettuali che definire complesse, intrecciate, astruse ed arzigogolate, è come dire facile l’arabo... (Senza nulla togliere alla inconfutabile maestria artistico-intellettiva, se pur elitaria). Sarà forse l’antica necessità di apparire dotti, elevandosi a ranghi superiori atraverso una scrittura talmente adulta, che per essere compresa si dovrebbe stare dopo la vita, dove tutti gli enigmi vengono chiariti, almeno presumibilmente. Una scrittura che va al di là dell’aulicità delle dottrine regolate da schemi comunicativi particolari. Ciò compromette, senza dubbio, la chiarezza e l’intellegibilità Ma il virtuosismo rasenta il sortilegio ed ammalia se per primi, tanto che pure il sottoscritto, modesto bottegaio tipografo, con gli abiti unti e sdruciti, risente il fascino arcano e cade nella malia, incapace di sottrarsene (formulando tentativi), come Ulisse dal coro delle sirene. Cert’è che la verbosità pomposa del linguaggio, 1’uso continuato di neologismi e termini rari sfociano inevitabilmente nell’oscurità