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concettuale, a prescindere dalla dialettica o dallo ermetismo. E’ peggio che dottrinalizzare il testo con numerose locuzioni latine e proposizioni di lingua straniera, perché ciò, almeno, e lessicamente traducibile. Questa necessita di oscurare il linguaggio nasce, probabilmente, da un bisogno di sopraffazione mestierante, che utilizza tecniche e trucchi settoriali ad uso egemonico ed intimidatorio. Si tratta, d’altra parte di espedienti antichi, adoperati già da scribi e sacerdoti, che articolavano costrutti ambigui conformi al mistero ed al proibito, per incutere stupore, timore e soprattutto ammirazione. Come se non bastasse, l’italiano d’oggi è una lingua anche purgata dall’invasione della terminologia angloamericana e dagli stranierismi europei, nonché dalla proliferazione di sempre nuovi termini scientifici, non solo, ma dallo sviluppo camaleontico del gergo giovanile. Alcune parole assumono significati diversi non già nell’arco di qualche decennio, ma di appena un biennio o meno. Pasolini già negli anni sessanta diceva che il nostro era diventato un italiano tecnocratico e strumen-

talizzato, a prescindere, chiaramente, dalla speri- mentazione del linguaggio gergale della sua dilogia che rimane fine a se stesso. Così leggiamo: cosificare e cosalizzare per: trattare come una cosa; gambizzare per: ferire alle gambe; invarianza per: costanza; lupara bianca vuol dire omicidio con volatilizzazione di cadavere; mainframe: grande calcolatore; Nientologo e tattologo come: pseudo onniscente; palista: chi possiede un televisore col sistema PAL; picista: iscritto al P.C.I.; pule: poliziotto, ecc. ecc. Invadono gli stranierismi: medicult: cultura media; eskimo: giaccone tipo eschimese; pop singer: cantante popolare; kitsch: cattivo gusto; comics: fumetti; dream car: automobile di sogno, ecc. ecc. Tutto questo, insieme agli audiovisivi, ed altre cause, hanno contribuito ad abbassare il già scarso interesse degli italiani per la lettura, che non è più stimolatrice della fantasia, ma provocatrice di sforzi interpretativi infruttuosi risolvibili solo con l’alternativa di avere più tempo e pazienza per aggiornamenti settoriali e lessicali. Tempo e pazienza, ciò che 1’uomo moderno non ritroverà forse mai più.