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Non sempre ciò che viene dopo è progresso. CONCLUSIONE |
lungo il lavoro una sorta di risentimento personale caratteriale (oltre le eventuali discrepanze e contraddizioni, proprie, comunque dell’uomo comune, fuori dai partitopresismi, caduco d’incertezze e dubbi), un desiderio vago, cioè, di rivalsa inconscia, perché a tutti gli uomini la maturità intacca il primo candore puerile, ed ognuno sente il bisogno di riscattare questo torto ricevuto da tutti e da nessuno. Bisogna tener presente che, tutto sommato, a prescindere dalla minoranza dei popoli ancora oppressi, le masse, oggi, sono governate in maniera, se non ottimale, senza dubbio tollerabile, facendo perno, in linea di massima, sulla grande conquista planetaria in materia di diritti dell’uomo. La crisi, secondo me, non è da ricercare nelle istituzioni politiche, religiose o culturali in genere, che, malgrado ingerenze di varia natura, tentano di fare del loro meglio, anche se apparentemente, in modo tendenzialmente dissacratorio, si è portati a pensare il contrario; ma nell’individuo, oggi più che mai ossessionato dall’intensificarsi dell’ansia relativa all’insoluto esistenziale. Caratteriale che induce all’isolamento affettivo non solo nel contesto urbano, |