hanno dovuto
ripiegare con la mini imprenditoria artigianale. Col beneficio delle
liquidazioni, gonfiate dalle rivendicazioni sindacali, molti operatori
del settore hanno aperto bottega in tutto il territorio campano. Questa
pluralità gestionale è stata altresì promossa e caldeggiata
dall’incremento di strutture industriali convertite alle nuove
tecnologie offset e rotocalco, nonché flessografia, serigrafia, ecc.,
che hanno lasciato abbondare sul mercato dell’usato centinaia di
migliaia di macchine tipografiche propriamente dette, cioè relative
alla stampa tradizionale utilizzante i famosi caratteri di piombo
monotipici o quelli di volta in volta fondibili: i linotipici.
Equipaggiamenti senza dubbio obsoleti, ma sempre efficienti ed
economici, di disponibilità artigianale poliedrica perché duttili ad
una maggiore manipolazione meccanica e ad un superiore adattamento alla
varietà dei lavori commerciali di spicciolame. L’esplosione numerica
delle botteghe tipografiche ha fatto estendere l’offerta a dismisura
con la conseguente battaglia concorrenziale che presume lavoro scadente
e conseguente dequa- lificazione professionale. La discutibile qualità
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delle prestazioni, pero,
sembra non pregiudicare le esigenze della domanda, in primo luogo perché
alcune amministrazioni pubbliche e private alimentano il fenomeno della
sperequazione imprenditoriale privilegiando alcune ditte talvolta anche
per motivi di peculato; in secondo luogo i lavori commerciali di uso
domestico commissionati dal cliente comune e offerti a costi bassi,
lasciano chiudere un occhio sulla qualità e in qualche caso tutti e
due, visto certa porcheria stampata che si vede talvolta in giro.
II popolo partenopeo vive in maggioranza nella
dimensione dello stipendio, o del sottostipendio o del nullastipendio, quindi si adatta a
certi compromessi. A prescindere da ogni digressione, il mondo della
stampa conserva il suo fascino come il paese di Alice, nel suo aspetto
esoterico ed impenetrabile.
II progresso, per giunta, ha convertito il calore dei mezzi tradizionali
della stampa vecchia maniera con sistemi computerizzati freddi e
asettici, che adottano una creatività ricca di effetti, ma precostruita
e ripetitiva. E guarda caso nel
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