PROLOGO XVII

 

PROLOGO  XVIII

gergo tecnico si dice: vecchio sistema a caldo e nuovo sistema a freddo. So di apparire antiprogressista per non dire misoneista o neofobo, non posso fare a meno, però, di denunciare emblematicamente questo radicale sovvertimento della tecnologia poligrafica come paradigma negativo di tutte le tecnologie robotiche che precludono il lavoro a misura d’uomo fatto, per dirla in chiave retorica, col braccio, con la mente e col cuore. Quando si argomenta sul sociale dell’uomo involontariamente si fa politica, specie secondo la forma mentis degli addetti ai lavori. Se cambiamo l’ottica, però, noteremo che diverse considerazioni, lungo questo lavoro, sono apartitiche, formulate solo sotto la luce psicosociale. Non si riscontrano difetti o colpe dentro le ideologie, ma solo nell’uomo. II pensiero e analisi scelta, l’azione è inesorabile. Inottemperanze, prevaricazioni e nefandezze sono imputabili all’infermità esistenziale dell’uomo, alla sua angoscia di mortale, e al conseguente timore della detronizzazione. I regimi operanti sono sempre sotto accusa dietro l’obliterazione dei

terrifici malesseri del passato storico. II flemmone, comunque, e l’elaborazione culturale dell’idea di potere, e non l’ideologia che esso asserve. II potere, il più antico e diffuso tentativo dell’uomo di esorcizzare l’angoscia relativa al suo destino di mortale, col dubbio inconscio di una probabile assenza salvifica. Oggi il popolo ricusa, o quanto meno mette in discussione, i dogmi e gli assiomi millenari relativi agli ideali politico-religiosi, sotto il lucore della pluralità d’informazione. Tutti sanno, oramai, che la libertà, la giustizia, l’uguaglianza, la perequazione, sono utopie. 
Ah, questo libro anomalo, che ora si eleva, poco dopo si sgonfia. Dal dottrinario assiomatico cala nella mediocrità e nell’incertezza, poi rasenta il banale, ma soprattutto talvolta si contraddice. Quale immagine speculare del mezzo scrittorio di tutti i tempi. La contraddizione e l’uomo autentico, allo stato naturale, quello che non prende posizioni perché sente che la verità e utopia, cioè lo sforzo faticoso e disperato dell’uomo nel tentare di risolvere l’insoluto esistenziale.              
                                                 (L’autore)