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Argomento presente: « LE DONNE VESUVIANE »
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ID: 885  Discussione: LE DONNE VESUVIANE

Autore: Aniello Langella  - Email: aniello.langella@tiscali.it  - Scritto o aggiornato: lunedì 6 ottobre 2014 Ore: 21:42

In questo ambiente di calzoni e baffi, di tifosi incalliti del calcio, di maschietti timidi e forti, di uomini saggi e deboli, di....
VORREI RIUSCIRE A TRACCIARE CON VOI UN PERCORSO CONOSCITIVO SULLA "DONNA VESUVIANA". La donna vesuviana è diversa dalle altre ? Quali sono le sue emozioni ? E' vero che la donna vesuviana si connota come forte , materna e saggia ?
Aiutatemi in questa ardua impresa forse per noi maschietti domani sarà un giorno migliore ,... se le donne vesuviane ci lasceranno vivere ancora,....
A parte ironia e scherzo,... cosa ne pensate ?
Cordialmente
Aniello
 
 
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ID: 1120  Intervento da: Luigi Mari  - Email: info@torreomnia.com  - Data: venerdì 18 febbraio 2005 Ore: 17:00

Signori,
fa duopo parlare pure di maschietti, senza dubbio più imperfetti delle donne, anche perché, biologicamente, l'embrione è sempre donna; solo dopo delle settimane si trasforma in maschio. Bisogna creare subito la discussione l' "uomo vesuviano". Necessita la par-condicio.
Questo messaggio sulla donna vesuviana è, tra l'altro, forse una mia dichiarazione d'amore per lei.
Esiste la problematica delle donne in generale, ma che vedo calzante con la donna torrese per il motivo da me reiterato di “cittadina con caratteristiche metropolitane” e si riassume nella perfezione fisica che insegue la donna: niente rughe, ad esempio, ed un seno preciso. Perfetto s’intende non abbondante, anche se rientrante nei parametri famosi della coppa di champagne, quale perfezione che riguarda l’armonia, l’euritmia della figura femminile in generale.

Nonostante gli anni di battaglie per conquistare rispetto, dignità e parità di diritti con l’altro sesso, specie su un terreno spinoso come quello vesuviano, dove residui ancora ferrati di maschilismo, alimentato e sorretto dal “suocerato” che ancora vige . E dopo aver ricoperto cariche di rilievo nella società, pure sotto il Vesuvio, aver guidato o continuato attività aziendali, e nel contempo aver messo al mondo i figli; aver dimostrato quanto le donne sono brave e forti... si lasciano ancora intimorire da una ruga! E mentre i loro compagni vanno fieri delle loro tempie brizzolate, piangono davanti a un seno non proprio perfetto e a un gluteo non proprio da pin-up!

Ma sono davvero cosi fragili anche le nostre donne? Penso piuttosto che non abbiano ancora raggiunto la piena consapevolezza del loro vero valore. In fondo gli anni in cui le donne contavano poco o niente e venivano valutate in base alla bellezza e non all’intelligenza (considerata semmai un difetto, un mascolinismo) sono ancora troppo vicini. Povere donne, hanno conquistato il diritto al voto solamente 60 anni fa: il primo di febbraio del 1945.
Allora è davvero così importante dimostrare qualche anno di meno?
Ma quello che si ha dentro il corpo all’altezza dei precordi non è più importante?

Su quali basi fondiamo l'amore tra un uomo e una donna? La mia idea a riguardo è disastrosa. Come vorrei aver preso solo e sempre cantonate. L'amore è spesso, essenzialmente una dipendenza. L'amore romantico, o peggio, l'amore-dare sono ripieghi culturali per romanzare la vita e migliorarla appannaggio del bene; vita spesso troppo asettica. Altresì è una realtà derivata dal concetto cristiano ed un po’ pietistico e caritatevole dell’ ”Amore”. Ma questa “letteratura” di sostegno (altrimenti detta anche valori etici e morali), tende a scomparire nelle ultime generazioni che non sono peggiori di quelle passate, anzi; ma sono terribilmente disorientate dall’incoerenza e dall’ipocrisia di democrazie camuffate.
A parte il 60% di divorzi vesuviani odierni in contrapposizione alle sopportazioni del passato per non infrangere il perbenismo. Ma il caratteriale e gli incidenti sociali non devono mettere la coppia sotto il giogo della colpevolezza. Piuttosto mettiamo la cosa sul piano del dualismo bene-male che mai abbandonerà l’uomo.

Non sono assiso su nessun piedistallo, in questo momento. Questi discorsi, comunque, non necessariamente estremizzati ed estremizzanti con la generalizzazione, non escludono nessuno di noi e non scagionano noi "predicatori", da eventuali, probabili screzi o incidenti di percorso, in relazione alle problematiche socio-psicologiche epocali, in più caratterizzate da un'area geografica specifica. Oggi essere tutti di un pezzo non basta. Le pressioni esterne dei mass-media sono devastanti ed allignano maggiormente dove il benessere economico è più alto. Una volta si diceva: “Il commerciante o si fa i soldi o la coscienza”. Io aggiungo, oggi “o ci si fa i soldi, o la famiglia”. Per soldi intendo le ricchezze degli arrampicatori sociali che fanno a gomitate e sacrificano anche la famiglia pur di arrivare oltre, cioè nel superfluo.

Ma poi se ne viene fresco fresco il "National Hospital Neurology" di Londra con news diffuse in tutta Internet, (è verissimo. Controllare con l'aiuto dei motori di ricerca, oppure mandare e-mail all'ospedale) e ci dimostra che di fronte all'immagine della persona amata si accendono ben quattro regioni celebrali situate alla base del cervello, evedenziabili attraverso l'esame clinico: "risonanza magnetica".
E insistono, questi di Londra, dicendo che l'AMORE, tanto decantato dai poeti, da secoli, causa una serie di reazioni a catena dei neurotrasmettitori, identici a quelli presenti nelle persone affette da "disturbi ossessivi compulsivi" producendo gli stessi comportamenti patologici.

Vi dirò: attraversai un periodo "strano" quando mi fidanzai con mia moglie, trentacinque anni or sono. E ancora oggi quando sono preoccupato per la salute sua e dei figli, (di una moglie vera, non una di comodo come quella del tenente Colombo); sento, dicevo, che il mio cervello si mette in moto con una energia simile a quella di quando nel motore si mette il diesel al posto della benzina. Ma accade davvero a tutti questo fenomeno neurologico dell'Amore?
Mi viene il dubbio che: no. Quando, scherzando, dico a Rosaria:
- "Mi porti almeno i fiori, quando me ne andrò?".
Lei risponde con il tono ironico-beffardo tipico delle donne vesuviane, quello che rivendica il riscatto della "sottomissione" atavica del meridione:
- "E già non tengo che fa' ". Mi lasci piena di problemi, chi lo tiene questo tempo per i fiori?".
- "Ma almeno portami i fiori di carta, quelli non appassiscono, durano molto". - Dico io.
- "E se piove? E se il sole li "storzella?". Dovrei venire, secondo te, una volta la settimana?". Di ferro te li porto, così vengo una volta all'anno, solo il giorno dei morti. Altrimenti mi "mormoréano". Anzi, sai che ti dico? Te li porto di acciaio così non si arrugginiscono, così vengo una sola volta. Punto e stop".

Eppure io sono felice anche sapendo che in lei, per me, forse, non si sono mai accese le "quattro zone del cervello!", né probabilmente, sono mai avvenute le reazioni a catena dei neurotrasmettitori. Sono cose da stranieri, queste, probabilmente da gentlemen. Noi siamo abituati a mangiare i taralli col pepe sulla banchina. Ci sediamo sulle pietre tiepide di sole delle scale della Parrocchia". Noi che ancora sognamo i ritrattielli, l'azzeppata di fichi d'india e i cazzabbocchi de 'a Carmenella" e poi… quel profumo di peperoni arrostito, e il fare la lotta coi piedi tra fratelli sui lettini, dalle lenzuola sempre candide, lavate con stenti sui lavatoi con ranno e sapone di piazza... E quanti di noi sono nati sotto i lavatoi. Altro che cliniche asettiche e parti pilotati dove spesso la speculazione ci mette il naso.
Questi modelli di zone cerebrali e di neurotrasmettitori avevano le nostre mamme. Era l'amore vesuviano dei petali di rosa della "Festa dei Santi", de Luttava, della talassoterapia sulla spiaggia de’ " 'U cavaliere".

Ma... un paio di volte, nella vita, quando sono stato male seriamente, ho visto la reazione di quel tipo di Amore, per così dire, vesuviano, sia pur strano, anomalo, bizzarro delle nostre donne, quello che di fronte al pericolo di una perdita umana nel nucleo gonfiano gli occhi di lagrime e disperazione e tengono quella tumefazione del volto per giorni, qualcuna per anni a secondo della malattia. Mi basta quel tipo di Amore in una consorte, perché è molto vicino a quello di una madre, a quello di Dio.
Luigi Mari


ID: 1114  Intervento da: Aniello Langella  - Email: aniello.langella@tiscali.it  - Data: giovedì 17 febbraio 2005 Ore: 23:01

MI sono distratto un attimo ... torno sul forum e trovo tutta questa ammuina ? Dovete smetterla di dire sciocchezze ...qui dovevamo parlare di donne torresi , lo volete capire o no ?
Allora rompo il ghiaccio io.
Prima di tutto mi state facendo arrabbiare il Mari, che prima o poi me lo porto qui da me e gli apro una megatipografia coi fiocchi. Chiederemo fondi alla cassa rurale di Bononia . Lì i comunisti sono pieni di bori con le coop a gonfie vele !! Ha detto Luigi che si farebbe fustigare per avere una donna nel forum. Ma io non posso fingermi tale,... volevo farlo, ma mi mancano i capelli e poi si vede che ho la barba.
Allora ho pensato di raccontarvi una storia vera di DONNE TORRESI....: LA DIFFERENZA TRA INSEGNANTE ED INSEGNANTO.
CHe differenza fa tra un insegnante scolastico maschietto ed una femminuccia ?
Posto che vi sia una differenza , posto che se troviamo la differenza qualcuno ci lapida, posto che se esiste qualche minima differenza domani ci mandano la lettera dell'avvocato,... posto, posto ... Ma esiste o non la differenza ?
IO DICO CHE C'E' !!!
Potrei incominciare a dire qualcosa ma non vorrei che qualcuno mi ciccasse ...
attendo un attimino
Any


ID: 1113  Intervento da: Luigi Mari  - Email: info@torreomnia.com  - Data: giovedì 17 febbraio 2005 Ore: 22:44

Ciao Monica, benvenuta,
non farti illusioni in questo forum. Ci sono stati interventi di altre ragazze con le risposte rimastre a zero.
Alcuni di noi, me per primo, siamo vecchi bacucchi col testosterone azzerato, altri hanno delle mogli così guardinghe che hanno una bio-microcellula nell'orecchio che trilla ogni rara volta che viene inviato un messaggio femminile.
Stasera sono particolarmente stanco per scrivere, porta pazienza, come dice Panariello. Domani è un altro giorno.
Luigi Mari


ID: 1111  Intervento da: Ciro Adrian ciavolino  - Email: ciroadrian@libero.it  - Data: giovedì 17 febbraio 2005 Ore: 22:12

Per la "festella" di Aniello e Pina ho in serbo una "Lucrezia D' Alagno"....
lei ha con me una corrispondenza d'amorosi sensi, anche se Emma Hamilton è molto gelosa...Tra le due, gli sposi d'argento dovrebbero indicarmi quale delle due preferiscono, così mi metto all'opera........
Adry pictor mulieribus


ID: 1110  Intervento da: Ciro Adrian ciavolino  - Email: ciroadrian@libero.it  - Data: giovedì 17 febbraio 2005 Ore: 22:01

Mortadella...Bologna...Argenziano...lengua...lengua longa....marcia longa...corsa... morsa...martello...cartello...manifesto...tipografo...Mari

The End


ID: 1109  Intervento da: Aniello Langella  - Email: aniello.langella@tiscali.it  - Data: giovedì 17 febbraio 2005 Ore: 21:36

..aniello...pinarella...anelli... castelli,...fardelli...gonnelle...sasiccelle...murtadelle... BASTA CHE VIENI ALLA MIA FESTELLA !!
Any


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